ALPI GIULIE – LE CENGE DEL KANJAVEC

La sola traversata da Koča na Doliču a Zasavska Koča: EE (I), h 3, dislivello 250 m c. Utile il casco.

Il Triglav (2864 m) è la cima più alta delle Alpi Giulie e della Slovenia, è carico di storia (fu salito già nel 1778, otto anni prima del M. Bianco), ha una celebre e altissima parete Nord percorsa da un gran numero di vie alpinistiche, ed è quasi una montagna sacra per gli sloveni, per i quali è punto d’onore salirlo almeno una volta nella vita. La seconda vetta del vasto Gruppo del Triglav è il meno noto Kanjavec (2569 m), facile e frequentato dagli scialpinisti, ma anch’esso con una parete (la Ovest) imponente e percorsa da vie di roccia. Tale parete, più articolata di quella del Triglav, è traversabile in tutta la sua larghezza senza particolari difficoltà grazie a un sistema pressoché continuo di cenge e bancate orizzontali situate a grande altezza sulla Val Trenta.
Le cenge del Kanjavec sono poco note all’escursionista italiano – che io sappia ne parla solo Alpi Giulie Orientali di Giampietro Zamò, COEL 2021 -, e si ritiene quindi di fare cosa utile trattandone qui: non tanto per descriverle in dettaglio -cosa superflua perché sono segnate ed è quasi impossibile perdersi – quanto più che altro per richiamare su di loro l’attenzione degli escursionisti e invitarli a percorrerle, fornendo loro comunque le informazioni essenziali.
Oltre che segnate (senza eccessi ma quanto basta) le cenge del Kanjavec sono attrezzate, dove serve e solo lì, con pochi spezzoni di cavo; non oppongono difficoltà tecniche al di fuori di qualche passo di I; sono esposte e in molti tratti anche molto esposte, non però in maniera continua né quindi opprimente. Per questi motivi, e anche e soprattutto perché sono bellissime e si inoltrano in un ambiente indimenticabile, le cenge del Kanjavec sono davvero consigliabili all’escursionista esperto. Per chi, come chi scrive, non si sentisse all’altezza di mirabolanti traversate in giornata da fondovalle a fondovalle (che è assai remoto), è utile sapere, per consigliabili pernottamenti, che all’estremità Nord delle cenge si trova il rifugio Koča na Doliču – a cui si può arrivare in vario modo, ma in ogni caso con molte ore di cammino dai fondovalle -, e a quella Sud la Zasavka Koča; più lontano ma ancora a portata (h 2) si trova il Dom pri Triglavskih Jezerih (1685 m); da qui la discesa fino a Koča pri Savici (653 m, rifugi-ristoranti, parcheggio, stazione autobus) poco sopra il Lago di Bohinj comporta ancora h 3.30 di cammino.
Le cenge possono essere percorse in ambedue i sensi con eguale difficoltà; chi scrive è partito da Nord, dopo aver pernottato alla Koča na Doliču, verso Sud (pernottando al Dom pri Triglavskih Jezerih), e così le presenta qui sotto.

Da Koča na Doliču (2151 m) si inizia a scendere lungo la vecchia mulattiera militare della Val Zadnjica, laterale della Val Trenta (cioè dell’Isonzo o Soča). In corrispondenza di un pianoro sassoso sulla sinistra (2020 m c., indicazioni e traccia; h 0.15) si lascia la mulattiera traversando in orizzontale: di fronte, al culmine di ghiaioni e ai piedi delle rocce, è già ben riconoscibile il sentiero che si seguirà a lungo e che, poco oltre, inizia a percorrere un cengione sospeso tra pareti al di sopra e al di sotto; qualche aereo balcone che si sporge sul vuoto consente di sostare in sicurezza e di ammirare lo spettacolare ambiente circostante e sottostante. Il percorso è esposto ma in genere facile; attenzione però a un tratto particolarmente stretto, basso per la presenza di tetti e spesso bagnato. Più avanti, dopo una risalita ben segnalata, la cengia riprende a un livello superiore; cavi d’acciaio facilitano alcuni passaggi più insidiosi, in particolare un breve canalino ripido; già si nota, per quanto ancora in lontananza, la caratteristica forma – un enorme sprone proteso verticalmente sulla valle – del Zadnjiški Vršac, satellite del Kanjavec: l’uscita dalle cenge è sulla sella alla sua sinistra. Dopo alcuni tratti in forte esposizione (alcuni attrezzati) e ancora un paio di risalite, si entra infine in un facile canale, al cui sommo si trova appunto la sella tra Kaniavec e Zadnjiški Vršac alla quale termina la traversata (2140 m, h 2.00/2.15). Di là, in vista del più alto dei celebri Sette Laghi del Triglav (dal versante dell’Isonzo si è ora passati a quello della Sava, cioè del Danubio), si scende per sentiero a Sella Prehodavci (2021 m) e si risale in breve a Zasavska Koča (2071 m, h 0.45/3.00).

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