ALPI GIULIE – DOVŠKI KRIŽ E VELIKI OLTAR

Dalla Škrlatica in Slovenia, terza cima più alta delle Alpi Giulie, “montagna selvaggia e possente” (guida CAI-TCI), si dirama a Nord verso la valle della Sava Dolinka affluente del Danubio un gruppo anche più selvaggio: il Martuljek (dal nome del paese ai suoi piedi) in cui, al di sopra di alcuni grandiosi circhi di roccia e ghiaie, si alzano cime assai alte e spesso difficili, quasi tutte pochissimo note agli italiani che non siano friulani o tutt’al più veneti. Si propone qui dunque una gita di due giorni nelle Alpi Giulie orientali o slovene, con pernottamento al Bivak II e la salita, il giorno successivo, di due cime del Martuljek: il più agevole Dovški Križ, splendido balcone sulla più difficile cima delle Giulie, la Široka Peč, e sull’Amfiteater, cuore remoto e segreto del gruppo, purtroppo irraggiungibile dall’escursionista come la Široka Peč; e il meno facile e più alto Veliki Oltar. L’ordine di salita delle due cime è indifferente e può essere invertito. A titolo di curiosità: Dovški Križ significa ‘Croce di Dovje’ (un paese sottostante) e Veliki Oltar ‘Grande Altare’.
Gli escursionisti italiani interessati al Martuljek potevano trovare già nella guida CAI-TCI Alpi Giulie di Gino Buscaini (1974), e poi in altre guide posteriori, descrizioni esaurienti su Škrlatica e Špik, le due montagne più frequentate (relativamente) del gruppo, ma poco o nulla su tutto il resto: qualche riga poco utile sulla stessa guida CAI; poi, in Alpi Giulie di Ettore Tomasi, Tamari 2002, tre itinerari dal Bivak III: uno alla Mala Ponca senz’altro fruibile, e altri due, quello alla Kukova Spiča e quello al Veliki Oltar, da valutare con molta cautela prima di impegnarvisi (secondo il parere di chi scrive, che tuttavia non li ha verificati); e infine un itinerario, qui riproposto e ampliato, al Bivak II e al Dovški Križ in Escursionismo in Slovenia di Tine Mihelič, uscito in italiano nel 2003 da Sidarta di Lubiana.
Finalmente, in due numeri consecutivi di Le Alpi Venete (primavera-estate 2012 e autunno-inverno 2012-13), sul Martuljek comparve una monografia di escursionismo e alpinismo su vie normali ad opera di Lucio Nardin e Roberta Obersnel, guida ben fatta e divenuta indispensabile. Chi scrive percorse con i suoi amici l’itinerario qui sotto descritto in data 29/30 agosto 2012, in pratica appena dopo aver letto la prima parte di quella monografia; da allora sono passati molti anni e qualcosa potrebbe essere cambiato; quanto alla cosa più importante per l’organizzazione della gita – il bivacco – risulta che dal 2016 la sua capienza sia stata aumentata da 3-4 a 6 posti letto.
La descrizione che segue integra i vecchi ricordi di chi scrive con il libro di Mihelič e la monografia di Nardin e Obersnel.
Attenzione: tutto l’itinerario si svolge su sentieri o tracce non segnate ma con ometti, come quasi sempre nel Martuljek dove, inoltre, non ci sono rifugi ma solo bivacchi (5) e con poche eccezioni non si trova acqua.

Primo giorno.
Dal valico italo-sloveno di Fusine/Rateče, a una dozzina di km da Tarvisio, si continua in auto lungo la Sava Dolinka, oltrepassando i paesi di Podkoren, Kranjska Gora e Gozd Martuljek, fino a Dovje-Mojstrana, a 21 km dalla frontiera; qui si prende a destra la strada per la Val Vrata e l’Aljažev Dom (dom = rifugio) seguendola per 8 km c. fino a Poldov Rovt (rovt = alpe), radura boschiva con casa situata sulla destra, dove si parcheggia in qualche spazio a margine dell’asfalto.
N.B. Se non si fosse mai stati all’Aljažev Dom e si avesse un po’ di tempo, non si dovrebbe perdere l’occasione di visitarlo. A 2 km c. da Poldov Rovt si giunge in auto al grande parcheggio di fine strada, a pochi minuti in piano dal rifugio, e ancora quasi in piano si può proseguire brevemente oltre fino a trovarsi di fronte alla grande parete N del Triglav (la massima cima delle Giulie), una delle più alte e famose delle Alpi. Dal rifugio partono tra l’altro tre ambìte e frequentatissime vie attrezzate di salita al Triglav e la molto meno battuta via normale alla Škrlatica, facile ma assai lunga, in ambiente grandioso e solitario.

L’itinerario di accesso al Bivak II, senza difficoltà ma ripido e faticoso anche perché spesso su ghiaie, sale in sinistra idrografica della Val Vrata (destra per chi giunge da Dovje-Mojstrana) da Poldov Rovt (941 m), e inizia preferibilmente dallo stradello che si stacca più a S (cioè il più lontano da Dovje-Mojstrana) e che poco dopo si trasforma in sentiero; più avanti, comunque, vi confluiscono alcune varianti iniziali. Dopo un bivio al quale si prende a destra, il tracciato sale nel bosco fino a raggiungere e oltrepassare da destra a sinistra il Rdeči Potok (= Rio Rosso), che costituisce a lungo il punto di riferimento della salita. Il sentiero lo risale su l’uno o l’altro lato o nel fondo secco (dove a 1550 m c. si trova una fonte stagionale), e infine dopo un traverso aereo lo lascia per andare a rimontare, tenendosi ove possibile al margine, il grande ghiaione che scende dalla Šplevta, imponente spalla meridionale del Dovški Križ. Lasciato a sinistra un rilievo chiamato Mali Matterhorn, cioè Piccolo Cervino, si mira ormai al sovrastante altopiano calcareo ed erboso, sul cui bordo si può già distinguere un puntino bianco: il bivacco. Con un ultimo tratto su tracce multiple e un po’ confuse (attenzione in caso di nebbia!), si sale infine, preferibilmente da sinistra verso destra, al Bivak II na Jezerih (= ai Laghi; 2118 m), situato in un circo spettacolare circondato dalla catena dei Rokavi, dal Veliki Oltar e dalla Šplevta (che copre il Dovški Križ), aperto verso la parete N del Triglav alla testata di Val Vrata e verso la diramazione NE di quest’ultimo al di là del fondovalle.
I “Laghi” sono pozze stagionali non potabili, non ci sono sorgenti in zona né si può contare con certezza su quella lungo il sentiero di accesso: è quindi opportuno avere già alla partenza l’acqua necessaria per i due giorni.

E, dislivello 1200 m, h 3.

Secondo giorno.
Dal bivacco si sale alla sella tra Dovški Križ e Šplevta, da cui iniziano le vie normali a Veliki Oltar e Dovški Križ (2250 m c., h 0.30). Da qui si potrebbe salire verso destra in breve e facilmente alla Šplevta (2273 m); sul lato opposto, invece, si va al Dovški Križ. Dopo un passaggio scosceso ed esposto si mette piede sui larghi e poco ripidi pendii erbosi e detritici del versante meridionale della montagna, sui quali la traccia sale facilmente traversando verso destra fino ad avvicinare e poi costeggiare la cresta sommitale: è quella che, provenendo da Škrlatica, Visoki Rokav e Veliki Oltar, va verso destra all’ormai vicino Dovški Križ. Raggiunta infine la cresta tra anticima e cima a una selletta a cui si scende con cautela (I), si prosegue per breve e facile pendio fino alla cima (2542 m, h 1.00/1.30). Da qui il crinale principale si divide in due rami: verso sinistra (N) si stacca una spettacolare e ardua cresta sulla quale, in una sequenza ininterrotta di alti e difficili torrioni, spicca la cima della Široka Peč, che sul non visibile lato opposto precipita con una grande parete di 800 m; verso destra (NE) un’altra cresta, non meno spettacolare ma più facile – alla portata dell’escursionista – scende fino alla Škrnatarica e, dopo la sella Čez Gulce, risale alla Kukova Špica. Tra le due diramazioni giace l’Amfiteater, suggestivo e remotissimo circo sospeso al quale si giunge dal basso (dal Bivak III) dopo diverse ore con difficoltà fino al III+, e dal quale si prosegue con difficoltà ancora alpinistiche fino alla Široka Peč. Ma anche l’escursionista che sia giunto sul Dovški Križ può legittimamente sentirsi appagato e orgoglioso al cospetto di tale spettacolo.
Tornati sui propri passi fino alla sella Dovški Križ/Šplevta (h 0.45/2.15), per salire al Veliki Oltar si traversa ora verso destra con traccia orizzontale su ghiaie ai piedi degli spalti rocciosi del sovrastante crinale tra Dovški Križ e Veliki Oltar, fino al punto in cui tale barriera, subito al di là di una conoide ghiaiosa cosparsa di grandi massi, diventa più accessibile. Qui la traccia, spesso esposta, inizia a salire tra roccette ed erba o in brevi canalini non difficili (I) fino a raggiungere il crinale a un’ampia e comoda sella detta Grlo, da cui si apre la vista sul versante opposto (2390 m, h 0.45/3.00). Da Grlo si piega a sinistra e, tenendosi al di qua del crinale e di un solco che lo fiancheggia, si risale un lungo e ripido pendio, rotto e pericoloso (I+, attenzione specialmente in discesa!) fino a prendere verso destra una cengetta che porta a uno stretto intaglio del roccioso crinale. Lo si segue verso sinistra su terreno esposto e non elementare (I+) fino a toccare in breve la cima del Veliki Oltar (2628 m, h 0.45/3.45). Qui confluisce da destra la catena su cui si alzano Špik, Mala e Velika Ponca; da qui la cresta sommitale prosegue difficile scendendo e poi risalendo al poco più alto Visoki Rokav, e ancora più in là fino alla mole dominante della; anche da qui lo spettacolo è vastissimo e indimenticabile.
Discesi con molta cautela a Grlo, e poi alla sella Dovški Križ/Šplevta e al Bivak II o nei pressi, si torna a Poldov Rovt per il sentiero già noto, eventualmente abbreviandone il tratto più alto con discesa diretta, puntando a sinistra del Mali Matterhorn, del grande ghiaione ai piedi della Šplevta (h 2.45/6.30).

EE (I+), dislivello 850 m, h 6.30.

scarica l'itinerarioscarica la carta