
APP. MODENESE: VALLETTA PRIMAVERA, BALZO DELLE POZZE E CROCE DI M. GOMITO
Il M. Gomito è un’alta montagna situata sullo spartiacque appenninico tra Selletta e Alpe Tre Potenze ed è costituita in realtà da quattro elevazioni: un’anticima (1874.4 m) sul crinale Est verso la Selletta, al culmine del bellissimo versante roccioso meridionale che dà sulla Valle del Sestaione; la cima principale, vertice di un marcato angolo dello spartiacque, che è la più alta (1893.0 m) e la più frequentata, essendo punto di arrivo degli impianti di risalita dall’Abetone e dalla Val di Luce; un’altra anticima (1892.9 m), detta Alpe Fariola, sul crinale Sud-sudovest verso l’Alpe Tre Potenze; la quarta quota (1886.2 m), a Nordovest della principale da cui è poco distante, si trova all’inizio della dorsale secondaria detta Costa del Pulicchio, che verso Nord divide la Val di Luce da quella del torrente Motte, ed è detta comunemente Croce di M. Gomito dalla presenza, appunto, di una grande croce sul punto più alto. Da qui scende verso Ovest (Val di Luce) un altro brevissimo crinale che si esaurisce con i dirupi occidentali del Balzo delle Pozze, dal quale però scende verso Nord una dorsale, rocciosa e precipite verso la Val di Luce, parallela a quella del Pulicchio; tra queste due dorsali si trova una specie di largo cengione erboso sospeso, che visto da lontano, ad es. dal Balzo delle Rose sul lato opposto della Val di Luce, è inconfondibile e assai suggestivo, e che gli scialpinisti, che lo conoscono e l’apprezzano, hanno chiamato Valletta o Vallone Primavera. La Croce di M. Gomito e i notevoli luoghi nelle sue vicinanze sono oggetto dell’itinerario che segue, breve ma molto interessante.
Note toponomastiche
Si trova scritto che iI nome Gomito è dovuto al brusco cambio di direzione dello spartiacque in corrispondenza della sua cima principale: ma angoli di crinale altrettanto o più acuti si riscontrano anche alle contigue Selletta e Alpe Tre Potenze, e comunque più che all’occhio si evidenziano a un topografo o a chi consulta una carta topografica. Per una possibile spiegazione alternativa vedi sotto il paragrafo dedicato alla cresta Nordest della Croce di M. Gomito.
Val di Luce è il nome escogitato nel secolo scorso a corredo dei grandiosi progetti di valorizzazione turistica (1935-1943) dell’ing. Lapo Farinati degli Uberti – per i quali vedi Giovanni Bortolotti, Guida dell’Alto Appennino Modenese e Lucchese dall’Abetone alle Radici, Tamari 1959 -; il vero – e assai più bello – nome della valle è, o meglio era, ormai e purtroppo, Val delle Pozze: da cui il nome di Balzo delle Pozze, che peraltro alcune fonti attribuiscono impropriamente alla Croce di M. Gomito.
Pian dell’Asprella (non della Sprella come in CTR), toponimo in via di sparizione, deve il suo nome all’abbondanza in zona di una pianta, l’asperula odorata; il sentiero del Tedesco si chiama così perché fu sistemato da prigionieri austroungarici durante la prima guerra mondiale. Per ambedue i toponimi vedi Alessandro Marchiori, L’Alto Appennino Modenese, CAI Modena 1995.
E, dislivello 450 m, h 4.
Si parcheggia – a pagamento – nel grande slargo (1455 m) a sinistra della strada della Val di Luce, subito prima del ponte sul Rio delle Pozze e senza raggiungere l’agglomerato turistico che si trova al termine dell’asfalto poco sopra, in quella che una volta era una bella conca detta Pian dell’Asprella. Da qui si prende a sinistra il c.d. sentiero del Tedesco (CAI 501, tabella con indicazioni); dopo un breve tratto orizzontale nel bosco si nota a destra un ometto, nel punto in cui poco sotto il sentiero si trova una casa e, ancora più in basso, la strada asfaltata; qui si lascia il tracciato CAI e si segue a destra un altro sentiero, ben evidente ma non segnato, che sale a tornanti di carbonaia in carbonaia fino a confluire (h 0.30, ometto) in un sentiero orizzontale, che a sinistra porta presumibilmente alla dorsale del Pulicchio; lo si segue invece verso destra in lieve salita, traversando a mezza costa ancora nel bosco, con tratti all’aperto e passando, tra l’altro, ai piedi di una bella parete rocciosa, fino a rientrare per l’ultima volta nel bosco (qui la traccia è un po’ meno evidente: attenzione agli ometti) e uscirne definitivamente all’aperto in un mirtilleto: ci si trova allo sbocco inferiore della Valletta Primavera.
N.B. Attenzione in senso inverso: per chi arriva dall’alto a quest’ultima radura la traccia entra nel bosco sulla destra (ometto).
Dalla radura a mirtilli la traccia continua chiara, piega a destra e poi risale un ripido pendio, oltre il quale traversa verso sinistra il solco di fondovalle in corrispondenza di alcune placche (ometto) portandosi in destra idrografica; poi prosegue in moderata salita su questo lato. Per godere di un miglior panorama conviene però lasciarla, riattraversare il fondovalle e andare a raggiungere il bordo esterno della Valletta, cioè la dorsale che si affaccia con balze rocciose sulla Val di Luce: e lo si fa senza nessuna difficoltà, seguendo vaghe tracce tra i mirtilli e toccando il bordo appena a monte di una selletta: a valle della quale il bordo stesso si rialza in un notevole rilievo roccioso, bello e assai panoramico ma faticoso da guadagnare (con una eventuale digressione) per la presenza di ingombranti e fastidiosi cespugli.
Così raggiunto il bordo della dorsale esterna, lo si segue verso l’alto su traccia fino alla sua sommità, che è il Balzo delle Pozze (1832 m): a destra esso cala a picco sulla Val di Luce, di fronte si raccorda con facili pendii alla testata di valle, a sinistra un dolce crinale percorso da sentiero lo collega alla vicina e sovrastante dorsale del Pulicchio; raggiunta quest’ultima in pochi minuti, e confluiti così nel sentiero CAI 503, lo si segue per pochi metri verso destra fino alla bella cima della Croce del Gomito (1886 m, h 1.45/2.15).
Per il ritorno, dalla cima si prende in discesa il sent. 503 i cui ultimi metri si erano percorsi in salita; esso segue l’aperta e panoramica Costa del Pulicchio – con bei punti di vista sulla Valletta Primavera – fino al rifugio Pulicchio (1665 m); al di sotto la dorsale diviene amplissima e meno interessante, ed è incisa da una pista da sci e poi da uno sterrato; infine si giunge a un quadrivio (1476 m) dove s’incrocia il sentiero del Tedesco (501) che a destra va all’Abetone e che, lasciato il sent. 503 per Faidello, si segue invece a sinistra verso Pian dell’Asprella. Esso pianeggia nel bosco, attraversa belle radure e qualche macereto e infine, oltrepassato l’iniziale bivio per la Valletta Primavera, torna al parcheggio (h 1.45/4.00).
La cresta NE della Croce di M. Gomito
Dai pressi della Croce di M. Gomito si stacca verso NE una breve ma bella cresta dall’aspetto decisamente originale, ad es. se vista dalla strada tra l’Abetone e Faidello, da cui è evidentissima: da questo punto di osservazione si nota un vasto e aperto pendio che, a sinistra, è interrotto bruscamente in tutta la sua altezza come da un colpo di vanga, e che da lì precipita scosceso e quasi verticale per una o due decine di metri sul pendio sottostante, del tutto simile a quello sovrastante. Tale bordo o scalino roccioso forma un angolo di 90° con il tratto iniziale (orientato a NO) della dorsale del Pulicchio, e ciò spiegherebbe, secondo fonti orali non verificate, il nome di Gomito dato alla montagna; si può aggiungere che esso forma un angolo di 90° anche con la cresta (orientata a SE) che unisce la Croce di M. Gomito alla cima principale. Ambedue gli angoli a gomito sono ben visibili a chi guardi dal basso.
La cresta NE è costituita appunto dal bordo roccioso appena descritto, che si risale facilmente e con soddisfazione. Sotto il piede inferiore della cresta passa uno sterrato che collega la cima principale del Gomito al rif. Pulicchio, e che pertanto è la base di partenza per questa salita. Una combinazione consigliabile è la seguente: percorrendo all’inverso l’itinerario base descritto sopra, da Pian dell’Asprella con il sentiero del Tedesco e poi con il sent. 503 si raggiunge il rif. Pulicchio; qui si lascia il sentiero seguendo invece a sinistra lo sterrato già detto fino alla base della cresta NE (1750 m c.), che si risale fino alla Croce di M. Gomito. Da qui si scende poi al Balzo delle Pozze, alla Valletta Primavera e al parcheggio come descritto sopra all’inverso.
La sola controindicazione (che vale anche per l’itinerario base) a questo senso di marcia è l’eventuale difficoltà a rintracciare il sentiero di uscita dalla Valletta Primavera quando, al suo termine, esso entra nel bosco: vedi sopra le avvertenze al riguardo.