
LE CRESTE DEL BALZO ROSSO
Ecco due itinerari inediti a questo solitario satellite del Balzo Nero, che finalmente gli escursionisti esperti hanno cominciato a conoscere:
. Al Balzo Rosso per la cresta O: logico (percorre infatti una cresta evidente, una delle principali della montagna), bello e facile da trovare;
. Al Balzo Rosso per la Schiena d’Asino e la cresta SSE: un’altra interessante possibilità di salita per chi già conosce le vie descritte dal libro sul versante SE del Balzo Rosso.
Si ripropone anche, nuovamente descritta, la cresta S del Balzo Rosso, perché potrebbe tornare utile in discesa.
Al Balzo Rosso per la cresta O
EE, dislivello 415 m, h 2.20.
Dalla cima del Balzo Rosso la sua cresta O scende verso il solco della Capriana con un tratto superiore uniforme e ripido, ben percorribile e assai gradevole per quanto breve, e poi precipita sul fondovalle con salti inaccessibili.
Dal parcheggio di Vico alto (656 m) ci si porta alla confluenza del Fosso delle Diegore nella Capriana con il sentiero di mezzo della Capriana (it. B21, h 1.25).
N.B. Allo stesso punto si può giungere con il sentiero alto della Capriana (it. B20), più noto e frequentato e tutto sommato d’orientamento più facile, ma con aggravio di dislivello (più 150 m) e di tempo di percorrenza (più h 0.20).
Da qui si prosegue (it. B20) verso Piano al Forno fino al punto in cui, in corrispondenza di un crinale boscoso con piazzola di carbonaia, il sentiero effettua un largo tornante verso sinistra. Lasciato il sentiero si segue verso destra, finché è presente, un’esile traccia orizzontale che taglia erbe molto ripide nel rado bosco, e al suo termine si prosegue al meglio (attenzione!) fino a raggiungere il filo della cresta O al di sopra dei suoi salti basali (950 m c.; h 0.40/2.05).
N.B. Si può anche raggiungere la traccia orizzontale direttamente dal basso salendo al meglio per la massima pendenza, ripidamente ma senza particolari difficoltà, l’erboso pendio sottostante a partire dal fondo della Capriana poco a valle del Faggione o Faggio scritto: ma più scomodamente e senza alcun vantaggio.
La cresta è aperta, mista di rocce ed erba, erta ma articolata e scalinata; sul versante S (a destra salendo) il pendio sprofonda impercorribile; quello di provenienza (N) è perlopiù facile e al bisogno consente aggiramenti; ma il filo è divertente e non difficile (massimo I+), e lo si può seguire senza scostarsene fino alla non lontana cima (1056 m, h 0.15/2.20).
Al Balzo Rosso per la Schiena d’Asino e la cresta SSE
EE; dall’inizio della cresta: dislivello 275 m, h 0.45.
Una delle varie possibili linee di salita (non la più breve) sul quadrante SE del Balzo Rosso, aperto e roccioso e assai gradevole. L’itinerario è un po’ cercato, comportando una perdita di quota in apparenza inutile ma che è finalizzata a percorrere fin dal basso una cresta interessante.
”Dal Valico a Seri un sentiero più confuso (qualche ometto), che inizia al di sotto” dell’it. B22, “traversa e poi scende al Rio Diacciarelli alla confluenza in esso del Forrone”: così all’it. B22; poco prima di raggiungere il fondo del Rio tale sentiero incrocia un’evidente cresta rocciosa.
N.B. Fin qui si potrebbe arrivare anche giungendo al medesimo punto del fondo del Rio Diacciarelli (785 m c.) scendendovi dalla sella del Balzo della Colonnetta.
La cresta inizia con un breve tratto erboso delicato e assai ripido, ma poi prosegue facile e piacevole su roccette fino al grande leccio isolato sulla cresta E, dove si va a confluire negli it. B50 e B51 dopo avere incrociato più in basso l’it. B22. Dal leccio in breve alla cima.
Al Balzo Rosso per la Schiena d’Asino e la cresta S
Come agli it. B50-51 finché il sentiero del Valico a Seri non piega verso destra in lieve salita all’altezza di due grandi massi. Da qui si prosegue per la massima pendenza fino alla cima su terreno ripido, faticoso e senza tracce (EE). Un filo di cresta ben delineato non esiste; in generale bisogna tenersi un po’ sulla destra, e affrontare al meglio due salti scabrosi, su terreno non veramente impegnativo ma infido.
Poco interessante.
In discesa però tale itinerario può essere utile, nella maniera seguente, per raggiungere in breve il Valico a Seri e da lì il fondovalle della Capriana o la Schiena d’Asino: ci si tiene sempre a sinistra del filo di cresta (peraltro informe e mal distinguibile) percorrendo con cautela una serie di invasi erbosi assai ripidi ma facili, raccordandoli con rampe di collegamento di non maggiore difficoltà che è possibile individuare solo sul posto, senza che si possa qui fornirne la posizione esatta e darne una descrizione in dettaglio. Si lasciano comunque sempre alla propria destra i “due salti scabrosi” del precedente capoverso e si esce infine sull’it. B22 poco a monte dei “due grandi massi” alla base del versante.