LA CENGIA DEL PRATO FIORITO

La cengia del Prato Fiorito è una spettacolare traccia in quota pressoché continua, stretta ed esposta, dovuta alle capre e ai pastori al loro seguito, che ne attraversa in alto il dirupato versante Sud e più precisamente, da Ovest a Est, i due canali di Vallelunga, la zona centrale detta Il Monte e i tre canali di Vallemagna, oltre i quali essa continua più facile ma ancora interessante fino a convergere sulla cresta sommitale del Prato Fiorito.
Il punto di partenza più naturale è, a Ovest, Foce al Trebbio, da cui si può raggiungere in breve e facilmente l’inizio della cengia; al suo termine si può risalire la cresta del Prato Fiorito fino alla cima (it. E18 di Le dolomiti della Val di Lima e l’Orrido di Botri) e calare di là nuovamente a Foce al Trebbio (it. E17) oppure, in maniera più originale, scendere la cresta fino a un po’ sopra Pian di Luco, dove si stacca a sinistra un sentiero ad andamento orizzontale che traversa l’intero versante Nord della montagna fino a Foce al Trebbio, facendo in un certo senso da pendant più facile alla cengia del versante Sud.
Si può anche arrivare all’inizio della cengia dal basso dopo aver salito il Balzo di Quornia (it. E33); e, verso l’altra estremità della cengia, la si può abbandonare, prima di raggiungere la cresta sommitale del Prato Fiorito, per risalire la dorsale tra i canali centrale e di destra di Vallemagna uscendo così esattamente sulla cima.
Sia la cengia che la traversata del versante Nord sono marcate da ometti e da qualche segno. Resta da dire che è sconsigliabile percorrere la cengia nel senso opposto a quello qui descritto (che è da Ovest verso Est), perché si affronterebbe in discesa anziché in salita il tratto più scabroso dell’itinerario, cioè la traversata del canale centrale di Vallemagna.

A O la cengia comincia alla sella 1210 m c. del costone OSO del Prato Fiorito, all’ingresso del canale sinistro di Vallelunga (vedi it. E31 del libro). A questo punto si può arrivare facilmente da Foce al Trebbio (1128 m): saliti da lì pochi metri della via comune al Prato Fiorito, a un ometto la si lascia per seguire a destra una traccia, all’inizio confusa, che prima sale quasi parallela alla via comune e poi se ne allontana verso destra con pendenza minore, fino a definirsi come ampio tracciato orizzontale (quasi un tratturo) che traversa le pieghe del versante fino ad avvicinare il costone OSO; verso la fine a un bivio mal distinguibile una traccia più esile sale a sinistra fino alla sella (comunque raggiungibile in ogni caso senza difficoltà su terreno erboso), dopo h 0.20 da Foce al Trebbio e h 0.30 da Foce al Lago (1103 m) dove si sarà parcheggiato.

Dalla sella si segue una traccia orizzontale tra roccette ed erba, già in esposizione ma senza difficoltà, fino a valicare la costola che divide il canale sinistro di Vallelunga da quello destro, che si attraversa su terreno analogo al precedente; usciti infine dalla Vallelunga ci si trova sui meno ripidi e più uniformi pendii erbosi che incombono sulla zona detta Il Monte, dove in basso si trovano i tre ripidissimi canalini detti Bùcini. Superato questo largo tratto, facilmente ma su traccia un po’ meno definita (attenzione agli ometti), si tocca la cresta in destra idrografica della Vallemagna e più esattamente dell’omonimo canale sinistro. Lo si traversa senza difficoltà affacciandosi sul più angusto e ripido canale centrale, per inoltrarsi nel quale è necessario scendere per pochi metri il filo della dorsale divisoria fino alla selletta a monte di uno spuntone. Da qui riparte la traccia che, in traversata ascendente, con molta esposizione specialmente in un breve tratto assai stretto dove la cengia diventa più propriamente una cornice, raggiunge infine una sella sulla dorsale tra il canale di provenienza e quello destro di Vallemagna (1205 m c., h 0.45/1.15).
N.B. Da qui si può lasciare la cengia proseguendo su detta dorsale, ripida e rocciosa; all’inizio la si risale sul lato destro, poi se ne raggiunge il filo (I) quando si vuole e come si vuole ma in ogni caso senza passaggi obbligati, e magari affacciandosi per strada su uno o due panoramici pulpiti rocciosi. Terminate le rocce, su terreno erboso sempre meno ripido si esce esattamente alla croce del Prato Fiorito (1297 m, h 0.15 dalla sella di partenza alla cima).

Per continuare sulla cengia si devono comunque guadagnare pochi metri di quota sulla dorsale già detta; poi si piega a destra e si procede ancora in esposizione per qualche minuto, traversando in orizzontale con modesti saliscendi alcune costole secondarie, fino a entrare nel largo e agevole fondo del canale destro di Vallemagna. La traccia prosegue in quota aggirandone la larga dorsale in sinistra idrografica, e infine, divenuta più vaga, raggiunge la cresta sommitale del Prato Fiorito a 1230 c., in corrispondenza di un minuscolo grumo roccioso contraddistinto da una palina segnaletica: ci si trova infatti sull’Alta Via dei Pastori (h 0.25/1.40).
Da qui si può naturalmente seguire verso sinistra l’Alta Via fino alla cima del Prato Fiorito e, di là, scendere a Foce al Trebbio e Foce al Lago (h 0.20/h 0.40 dalla quota 1230 m c. alla cima e a Foce al Lago); ma si può anche seguirla verso il basso fino a bivio evidente (1050 m c., h 0.20/2.00; vi si trova un’altra palina segnaletica dell’Alta Via) dove un largo sentiero piega a sinistra in orizzontale iniziando a traversare il versante N del Prato Fiorito, all’inizio nel bosco e poi sempre più in terreno aperto e panoramico, e comunque senza difficoltà tecniche o esposizione; alcuni tratti confusi sono agevolati da qualche segno. Si esce infine esattamente a Foce al Trebbio, da cui in breve a Foce al Lago (h 1.30/3.30).

L’anello completo da Foce al Lago (cengia del versante S e sentiero del versante N) senza salita alla cima: EE, dislivello 330 m, h 3.30.

Accesso dal Balzo di Quornia (con salita eventuale della Pala di Vallelunga)

Se si intende accedere alla cengia dopo aver salito il Balzo di Quornia, raggiunta la cresta in destra idrografica dei canali di Vallelunga, anziché continuare sull’it. E33 del libro secondo il quale “la si risale oltrepassando le testate dei due canali e si raggiunge la cima”, si lascia invece la cresta alla sella a 1210 m c. e di lì si segue a destra la cengia come sopra.

N.B. Chi, percorrendo l’itinerario del Balzo di Quornia, dopo aver salito il Balzo e avere poi traversato verso destra il canale di Quornia come descritto all’it. E33 del libro, raggiunge infine la cresta in destra idrografica dei canali di Vallelunga e la risale, non mancherà di notare alla propria destra un’ardita e stretta pala (1100 m c.; toponimo proposto: Pala di Vallelunga) che sorge isolata a poca distanza nel canale contiguo, che a valle precipita verticale e a monte si collega alla cresta stessa con un breve filo roccioso.
Giunti all’incirca alla sua altezza, una scabrosa ed esposta traccia orizzontale verso destra permette di raggiungerne la cima in pochi minuti; per il ritorno, anziché ripercorrere la delicata traccia dell’andata, si può risalire finché possibile il filo roccioso a monte, e poi un ripido canale erboso alla sua sinistra che riporta in breve alla cresta principale.

scarica l'itinerarioscarica la carta