CIMA SUD DEL M. MAGGIORE

La cima situata al vertice del grande versante Sud del M. Maggiore, cioè la quota 1283.2 m CTR, stranamente è sempre rimasta anonima, nonostante sia un nodo orografico di grande importanza: ad essa infatti convergono, direttamente o indirettamente, tutte le creste del versante, e da essa inizia verso Nord la lunga cresta sommitale che culmina nel punto più alto del M. Maggiore e prosegue ancora fino al M. Faggiola sullo spartiacque. Questo anonimato è ancora più strano perché tale quota, vista da Sud e in particolare dal bacino marmifero di Fantiscritti, spicca bellissima e isolata al culmine del versante, mentre non è visibile la cima principale: e qui sta forse la spiegazione.

Nota geografica
(N.B. Uno sguardo d’insieme sul versante Sud del M. Maggiore si trova in Apuane 2 pgg. 43-45, dove però il canale di Fossalunga è detto di Carbonera dal nome di una località sottostante)
La cresta Sudest, al limite destro (Est) del versante Sud, inizia in basso a monte della Cima della Querciola (999.3 m CTR), situata a sua volta a monte del Serrone; dopo avere ricevuto da sinistra la Cresta di Ciresola forma la Cima di Canal Grande (1223.8 m) e sale fino alla quota 1274.2 m, dove da sinistra giunge la Cresta di Fossalunga (alla quale si unisce più in basso da destra la Cresta degli Spartani); poi la cresta Sudest scende a una sella e risale a una quota a cui giunge da sinistra la Cresta Nera (al limite sinistro del versante Sud): quota che è pertanto il vero nodo orografico e il culmine del versante; poi cala ancora per pochi metri a una selletta e risale finalmente a una terza cima più alta che è la quota 1283.2 m CTR; e, ormai divenuta cresta sommitale del M. Maggiore, scende a una sella quotata 1272 m sulla vecchia CTR al 5.000, alla quale sale da sinistra il largo canale in versante Ravaccione brevemente risalito da chi, percorrendo la Cresta Nera, va a riprendere il filo dopo avere aggirato da sinistra la quota 1283.2 m. Il tratto sommitale tra la quota 1274.2 m e la selletta a 1272 m è breve ma molto accidentato, e costituisce la maggiore criticità per chi sale la Cresta di Fossalunga.
Tra la Cresta Nera e la Cresta di Fossalunga è compreso il canale di Fossalunga (Fossa Lunga su CTR).

Si diceva, quindi, che la quota 1283.2 m merita un nome, e quello qui proposto è: cima Sud del M. Maggiore. Quanto alla possibile spiegazione del suo anonimato: poiché essa è la più alta cima del M. Maggiore visibile da Sud, essa era forse, per i locali e in particolare per i cavatori che lavoravano ai suoi piedi, il vero M. Maggiore, prima che i topografi e i cartografi facessero valere la maggiore altezza della cima posta più a Nord.
La cima Sud del M. Maggiore è decisamente meritevole di una visita, benché arrivarvi non sia affatto banale. La maniera più facile per farlo è dopo aver salito il canale di Fossalunga, che viene pertanto descritto per primo qui sotto; ma vi si può anche giungere con difficoltà maggiori dopo avere percorso la Cresta Nera, per la quale vedi Apuane 2 pg. 45; oppure, con impegno ancora leggermente superiore, salendo la cresta in sinistra idrografica di tale canale, che si propone qui di chiamare Cresta di Fossalunga: poiché neanche quest’ultima opzione è al di fuori della portata di un escursionista esperto, se ne darà qui sotto la descrizione. In ogni caso il ritorno sarà lungo il canale di Fossalunga a meno che non si prosegua verso la cima principale. Sarà anche utile segnalare che non è il caso di arrivare alla cima Sud scendendovi dalla cima principale del M. Maggiore, poco sotto la quale si dovrebbe affrontare in discesa un salto pericoloso.
Attenzione: mentre, se si sale lungo la Cresta Nera o il canale di Fossalunga, si può verificare già all’andata la presenza della cruciale corda fissa sulla paretina di là dalla testata del canale (da affrontare in discesa all’andata e in salita al ritorno) e, nel caso di una sua inopinata rimozione, provvedere con la propria attrezzatura o rinunciare tornando indietro, questo non sarebbe possibile se si sale lungo la Cresta di Fossalunga.
Tutti gli itinerari qui descritti o citati sono stati percorsi da chi scrive ad eccezione del canale di Ravalunga appena accennato qui sotto; ma qualche ulteriore utile informazione è stata fornita da Guido Barbieri.

Canale di Fossalunga

EE (II), dislivello 880 m, h 5.30.
Dalla Bocca di Canal Grande a Fantiscritti (423 m) si sale, avvicinando il Passo del Torrione senza raggiungerlo, alla cava Fossalunga (h 0.45); dal piazzale, lasciando a sinistra l’accesso alla Cresta Nera, si va invece a destra a risalire, con l’aiuto di una corda fissa, una friabilissima scarpata di cava; usciti su un tronco marmifero e fatti pochi passi verso destra, ci si trova su una piazzola invasa da rifiuti di cava, dalla quale si sale facilmente in pochi metri (è presente un’altra corda) al filo della Cresta di Fossalunga. La cresta è larga, rocciosa, facile (corredata ancora di qualche superflua corda fissa) e gradevole. Superate opere varie di cava, e avendo a sinistra il taglio verticale della cava Fossalunga, si prosegue senza difficoltà fino all’altezza di alte reti metalliche trasversali che, a protezione della cava sottostante, sbarrano l’adiacente canale di Fossalunga appena al di sopra del limite superiore dei tagli. Qui si lascia la Cresta di Fossalunga per seguire una vaga traccia verso sinistra che consente di traversare, appena al di sopra delle reti, fino al fondo del canale di Fossalunga. Il canale si presenta largo, uniforme, senza salti e poco ripido; anziché seguirne il fondo sassoso conviene tenersi a sinistra sotto la Cresta Nera risalendo senza difficoltà pendii di erba, roccette e detriti fino alla sella alla quale s’incrocia il filo della Cresta Nera. Ci si trova appunto ai piedi della quota 1283 m (dove termina la Cresta Nera), che incombe a destra ma che da qui non è salibile direttamente dall’escursionista. Seguendo dunque l’itinerario consueto di chi sale la Cresta Nera proseguendo verso il M. Maggiore, si scende, con l’indispensabile aiuto di una corda fissa presente in loco (maggio 2024), la paretina verticale dall’altro lato della sella, mettendo piede in un canale che si risale facilmente fino a raggiungere la cresta sommitale del M. Maggiore a un’altra sella (1272 m): essa è situata appena a monte della cima S del M. Maggiore che si trova, vicinissima e assai scoscesa, poco sopra a destra. Per raggiungerla si sale con molta attenzione poco a sinistra del filo su roccette articolate ma un po’ rotte (II) fino all’aerea cima (h 2.15/3.00). Si ritorna alla Bocca di Canal Grande seguendo esattamente lo stesso percorso dell’andata (h 2.30/5.30).

Cresta di Fossalunga

F (II+), dislivello 900 m, h 6.
Per i molti passaggi di II (e uno di II+), per la continuità di alcuni tratti difficili e per la delicatezza della traversata sommitale, la Cresta di Fossalunga è valutabile leggermente più impegnativa della Cresta Nera. Poiché tuttavia le singole difficoltà non superano, appunto, il II+, e poiché di norma non vi si rendono necessarie manovre di corda, se ne danno qui sotto le notizie essenziali per salirla purché in discesa dalla quota 1274 m si aggiri a sinistra il filo di cresta, come verrà detto sotto. È anche bene sapere che si trovano in loco diversi spit di cavatori che possono essere utilizzati per manovre di corda in caso di bisogno; e che, al di sopra del primo risalto (vedi sotto) sembra possibile, in diversi punti, traversare a sinistra verso il facile canale adiacente.
Come sopra fino alla cava Fossalunga (h 0.45) e oltre. Lasciata a sinistra la traversata d’accesso al canale di Fossalunga, si prosegue agevolmente sulla larga cresta fino a un risalto piramidale di roccia ed erba, che è necessario affrontare all’incirca al centro, con un passaggio di II+ da destra a sinistra. Al di sopra si tende a destra con difficoltà di I/II su terreno molto erto andando a prendere il bordo sul lato della Cresta degli Spartani (ben visibile a destra) e seguendolo fino alla sommità del risalto. Da qui, dopo un breve tratto quasi orizzontale, si erge un largo, informe e assai ripido pendio di erba, detriti, roccette e placche, che deve essere risalito con molta cautela (I/II pressoché continuo) fino al nodo orografico al quale giunge da destra la Cresta degli Spartani. Si prosegue, con difficoltà ancora di I/II ma meno continue, fino alla quota 1274 sulla cresta SE del M. Maggiore (h 2.30/3.15). Ora bisogna scendere a sinistra a una larga sella su tale cresta: se sul filo, lo si segue in discesa in forte esposizione fino a una paretina verticale di un paio di metri, superabile in controarrampicata (II+) faccia a monte (con molta difficoltà a vedere dall’alto i pochi appoggi) oppure, faccia a valle, allungandosi verso il basso per quanto possibile e poi arrischiando un salto sul sottostante terrazzino, abbastanza largo e piano. Raggiunto il terrazzino, si lascia il filo che da qui è impercorribile per calare a sinistra tra erba e roccette (II) fino a riprendere la cresta su terreno ormai facile fino alla larga sella.
Attenzione: il passaggio appena descritto è decisamente pericoloso, e se fosse obbligato renderebbe senz’altro sconsigliabile la Cresta di Fossalunga. Si sa però per certo, da informazioni altrui, che è possibile aggirarlo a sinistra, fin dalla cima della quota 1274 m o poco oltre, su pendii erbosi comunque non facili (I/I+ in esposizione) ma decisamente meno impegnativi.

Dalla sella così raggiunta si sale alla quota successiva percorrendo, appena a destra del filo, un canalino di erba e roccette ripidissimo ma solido; da questa quota (a cui giunge da sinistra la Cresta Nera) si scende facilmente a una stretta selletta poco sotto.
N.B. A tale selletta giunge da destra (versante Colonnata) il canale di Ravalunga o dei Paleri; da vecchie informazioni altrui esso risultava salibile ma, a seguito di un tentativo fatto recentemente da chi scrive, l’accesso dalla cava Ravalunga (da non confondersi con l’omonima località nel versante O del M. Maggiore) si è rivelato, se non impossibile, certamente problematico e pericoloso.

Dopo la stretta selletta si sale ancora sulla destra un tratto rotto e infido per poi proseguire sul filo ripidamente (II) ma su roccia più sicura fino alla cima S del M. Maggiore (1283 m). La discesa alla sella 1272 m (h 0.30/3.45) è già stata descritta sopra. Infine, si ritorna al punto di partenza come sopra (h 2.15/6.00).

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