M. CIMO VERSANTE EST – CRESTE DI PARETANA E DELLA DOCCIA

In un articolo comparso su questo sito in data 11 settembre 2024 si forniva un quadro d’insieme del versante Est del M. Cimo e si dava un elenco schematico degli itinerari che vi si possono percorrere; in data 20 ottobre 2024 un altro articolo descriveva due di quegli itinerari: 1) il sentiero del Cimo e 2) i Balzi del Cimo; qui ne vengono descritti altri tre: 3) il sentiero dell’acquedotto di Vico Pancellorum alla base del versante, importante via d’accesso a: 4) la cresta di Paretana e a 5) la cresta centrale della Doccia. Per maggiori dettagli su queste e altre entità geografiche che qui vengono soltanto richiamate con il loro nome (ad es. Anfiteatro di Paretana, Cima della Doccia ecc.), e per inquadrare correttamente i presenti itinerari, si rimanda all’articolo dell’11 settembre 2024.
Quanto alla toponomastica, nel primo dei due articoli si segnalava che i nomi di luogo Paretana e Doccia figurano sulla CTR, dove indicano genericamente due aree del versante Est del Cimo, e li si adottava quindi a buon diritto per due creste situate nei pressi e altrimenti anonime; ma si aggiunge ora che un anziano abitante di Vico, alcuni anni fa, riferiva alla zona di Paretana un toponimo ‘Paletana’ che evidentemente ne è una variante: ed è probabile che la versione originaria e corretta fosse proprio questa, poi fraintesa dai cartografi. Infatti, trattandosi di boscaioli e carbonai, che certo furono i soli frequentatori di questo versante nei tempi andati, il riferimento a ‘pali’ o ‘palina’, ‘palaia’, ‘paletta’ (= ceduo di castagno dedicato alla produzione di pali) è assai più plausibile di quello a ‘pareti’ di cui essi non si curavano.
Per tutti gli itinerari sul versante Est del Cimo il punto di partenza naturale è Vico alto.

Sentiero dell’acquedotto di Vico Pancellorum
Questo sentiero è già stato descritto in Le dolomiti della Val di Lima e l’Orrido di Botri (it. B11), ma solo fino al punto in cui, a monte, la condotta attraversa sospesa la Coccia di Vico sotto il “pianoro verde con castagni” di pg. 66, importante crocevia di itinerari; non ne veniva cioè descritto il tratto da lì alla sorgente del Pollatoio da cui origina l’acquedotto (per la sorgente vedi l’it. B14).

Se dal pianoro verde (645 m c.) si segue verso l’alto il sentiero del Cimo sulla dorsale SE, si troverà che più su esso va a sovrapporsi alla condotta dell’acquedotto che sale interrata da sinistra; si può anche seguire tale condotta fin dal basso, cioè fin dal punto, al pianoro verde, in cui essa torna di nuovo riconoscibile riaffiorando alla superficie dopo aver valicato la Coccia di Vico: ma è una variante ripida e scomoda utile solo a soddisfare la propria curiosità. Comunque sia, poco sopra la loro confluenza il sentiero dell’acquedotto lascia a sinistra il sentiero del Cimo, che continua a risalire la dorsale SE, e piega a destra in orizzontale; la condotta è visibile solo in alcuni tratti, essendo coperta per il resto da un largo e comodo sentiero; esso incrocia un invaso che è lo sbocco dell’Anfiteatro di Paretana e, divenuto più stretto e un po’ esposto, giunge infine alla base della cresta centrale della Doccia (720 m c.; attenzione, questo non è il punto di partenza per salire tale cresta: vedi sotto). Appena al di là della cresta la condotta attraversa una parete rocciosa diventando impercorribile; la sorgente del Pollatoio è poco lontana e bene in vista ma non la si può in alcun modo raggiungere: da qui si deve tornare indietro.

Tutto il percorso da Vico all’estremità a monte dell’acquedotto è facile (E) purché il guado della Coccia non comporti problemi, e richiede all’incirca h 1; il dislivello da Vico alto (656 m) fino all’estremità dell’acquedotto è poco rilevante nonostante qualche contropendenza.

Tracce più alte parallele al sentiero dell’acquedotto
Se, nel punto in cui i sentieri del Cimo e dell’acquedotto divergono, si continua a seguire il primo, più su si lasciano a destra, in corrispondenza di tornanti verso sinistra, alcune tracce parallele al sentiero dell’acquedotto dirette anch’esse all’Anfiteatro di Paretana; ma esse diventano presto poco evidenti, discontinue e scomode, e se si vuole accedere all’Anfiteatro di Paretana resta senz’altro più conveniente farlo dal basso giungendone alla base con il sentiero dell’acquedotto.

Cresta di Paretana
Dopo la cresta e la successiva salita al Cimo, il ritorno a Vico più breve e comodo è con il sentiero del Cimo, che inizia alla sella tra la quota Nord e quella centrale del Cimo e riporta al pianoro verde; in alternativa si può raggiungere verso Nord la Foce delle Terre Rosse e scendere di lì al sentiero 8b nella Coccia di Vico; oppure percorrere in direzione opposta la cresta Sud del Cimo e la Costa di Mazzalucchio e dal valico a 680 m c. scendere ai ponti sulla Coccia di Vico. Per il sentiero del Cimo vedi l’articolo del 20 ottobre 2024; per le altre opzioni vedi Le dolomiti della Val di Lima e l’Orrido di Botri.

Dal sentiero dell’acquedotto si risale il fondo dell’Anfiteatro di Paretana facilmente ma su ghiaie faticose; oppure meno scomodamente, almeno all’inizio tra alberi ed erba, la dorsale in destra idrografica. Più su, all’aperto, la cresta di Paretana appare limitata a sinistra dal Canale di Paretana, dal quale può essere raggiunta al di sopra dei due suoi contrafforti basali S e SE; al di sotto di questi ultimi un cengione sospeso e inclinato di bosco ed erba, accessibile dall’Anfiteatro di Paretana, permette di portarsi ai piedi del contrafforte S, che però è troppo ripido per essere salito, e più in là ai piedi di quello SE, che invece è percorribile e costituisce il secondo accesso alla Cresta di Paretana.
1) Dal Canale di Paretana.
Risalito l’Anfiteatro in destra idrografica e giunti all’incirca all’altezza, sul lato opposto, del cengione sotto i contrafforti basali, lo si ignora proseguendo verso l’alto sia lungo il fondo di quello che ora sta per divenire il Canale di Paretana sia salendo ancora in destra idrografica e poi traversando su terreno detritico un po’ delicato al di sopra di un roccione che, insieme al contrafforte basale S sul lato opposto, costituisce quasi la ‘porta d’accesso’ al Canale di Paretana; oltre il roccione si scende facilmente nel Canale stesso, nel punto a cui si sale dal basso seguendone il fondo se si sceglie l’altra opzione. Preso atto che un salto poco sopra rende impercorribile il Canale, si nota invece a destra (sinistra idrografica) una traccia che ne risale obliquamente la sponda, ripida e un po’ esposta ma erbosa e senza difficoltà, fino a una larga sella sul filo della cresta di Paretana subito a monte della congiunzione dei due contrafforti basali (855 m c., h 1.15 da Vico).
2) Dal contrafforte SE.
Risalito l’Anfiteatro e giunti all’incirca all’altezza, sul lato opposto, del cengione sotto i contrafforti basali, si attraversa il solco interposto e si raggiunge il cengione che, sebbene alquanto inclinato, è ben percorribile orizzontalmente grazie a tracce di animali. Dopo aver constatato che il contrafforte S della cresta è troppo ripido, si continua la traversata fino alla base di quello SE, che si rivela percorribile purché se ne aggirino sul lato destro i primi metri (800 m c.). Al di sopra si prosegue facilmente e gradevolmente su roccette all’aperto – ci si potrebbe anche tenere nell’invaso alla sua destra – e infine, con un tratto su terreno ripido e delicato di erba e detriti, si raggiunge dal lato opposto al Canale di Paretana la selletta a 855 m c., arrivandovi più facilmente con un’ultima traversata orizzontale da destra a sinistra (h 1.30 da Vico).
3) Tratto comune.
Dalla selletta a 855 m c. si risale la Cresta di Paretana, orientata a S, su terreno roccioso all’aperto, seguendone il filo abbastanza largo e in genere poco esposto, con difficoltà che non arrivano al II grado se si ha l’accortezza di effettuare alcuni modesti aggiramenti su un lato o l’altro dove sia opportuno. Più su si giunge alla quota 946.3 m CTR e subito dopo alla Cima della Doccia (965 m c.), culmine del grande contrafforte piramidale di cui la cresta di Paretana costituisce il lato esterno sinistro (visto dal basso); al di là si scende di pochi metri alla Sella della Doccia, che collega il contrafforte al corpo principale del Cimo; dalla Sella, su terreno ancora per pochi metri roccioso e poi informe, boscoso ed elementare, si sale in breve alla cresta sommitale del Cimo dove si vuole tra la quota N e quella centrale (che è la più alta: 1085.9 m): h 1.05/2.20-2.35.

EE (I+); da Vico alto fino al Cimo dislivello 500 m, h 2.20-2.35. La discesa dal Cimo comporta tempi diversi a seconda della diverse opzioni: per la più breve (sentiero del Cimo) si può calcolare h 1.30.

Cresta centrale della Doccia
‘Centrale’ delle tre che innervano il contrafforte piramidale già detto.
Per il ritorno a Vico vedi sopra la cresta di Paretana.

Come per la seconda opzione di salita alla cresta di Paretana, si raggiunge il cengione sottostante ai suoi contrafforti basali e, oltrepassatili ambedue, si continua a traversare in quota fino a toccare la cresta centrale della Doccia appena al di sopra di alti salti impercorribili (800 m c.; h 1.40 da Vico): la presenza di tali salti spiega il motivo per cui tale cresta non può essere seguìta già dalla sua base, cioè dall’estremità a monte del sentiero dell’acquedotto.
Raggiunto così il filo della cresta lo si risale piacevolmente, su terreno simile a quello della cresta di Paretana e con difficoltà analoghe, anche qui effettuando qualche aggiramento (a sinistra), superando la quota 848.2 m CTR e lasciando poco a sinistra un grande leccio, ottimo punto di riferimento ed eventuale punto di partenza o di arrivo per un collegamento a più alta quota tra la cresta centrale della Doccia e quella di Paretana; infine si giunge alla Cima della Doccia, da cui si prosegue come sopra fino alla cresta sommitale del Cimo (h 1.05/2.45).

EE (I+); da Vico alto dislivello 500 m, h 2.45. La discesa dal Cimo comporta tempi diversi a seconda della diverse opzioni: per la più breve (sentiero del Cimo) si può calcolare h 1.30.

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