
APP. PISTOIESE: LA CINTOLA DEL CORNACCIO
Il M. Cornaccio – il cui nome avrà avuto origine in analogia e contrapposizione a quello del vicino Corno alle Scale – si trova poco lontano dal Lago Scaffaiolo, sul crinale appenninico principale tra Passo dei Tre Termini e Passo dello Strofinatoio. Sul lato bolognese si presenta basso e poco attraente; ma l’opposto versante pistoiese è alto e ripido, e la cresta sommitale, lunga e pianeggiante, gli conferisce un caratteristico aspetto di pala ben riconoscibile anche da lontano. In tale versante profondi canali che hanno o avevano, in tempi di maggiore innevamento, un certo interesse scialpinistico, si alternano a belle dorsali rocciose, che si prestano a essere facilmente e gradevolmente risalite dall’escursionista: delle due più evidenti si darà qui sotto qualche cenno. Ai piedi dell’aperta ‘pala’ e al di sopra delle faggete è inciso un sentiero orizzontale un po’ esposto che, alla testata della Verdiana affluente della Lima, collega Chiasso dell’Alpe (località sullo spartiacque tra Verdiana e Volata, altro affluente della Lima) con il Passo del Cancellino sul crinale principale. Si noti che da quest’ultimo valico inizia un tracciato analogo che attraversa la parete Est del Corno alle Scale: il sentiero Fiammetta, già descritto in questo stesso sito; ambedue sono probabilmente antichi collegamenti pastorali, e ambedue sono riportati sulle vecchie carte IGM. A differenza del sentiero Fiammetta, questo al Cornaccio è ancora in discreto stato e, specialmente se si parte da Chiasso dell’Alpe anziché dal Passo del Cancellino, può essere percorso senza grossi problemi di orientamento. L’itinerario qui descritto, che in tempi lontani era almeno in parte segnato di rosso, ricalca esattamente il sentiero riportato dalla storica carta IGM. Da Chiasso dell’Alpe esso piegava a lungo verso destra pianeggiando e infine saliva a raggiungere la marcata dorsale del Cornaccio orientata a Sud-Sudest, punto dal quale iniziava a traversare in quota all’aperto; ma esiste anche una traccia che arriva orizzontalmente in quel punto da sinistra, cioè già a partire dalla vaga dorsale Sud del Cornaccio – spartiacque tra Volata e Verdiana -: essa però è meno interessante perché attraversa un ambiente meno caratteristico, informe e poco ripido.
Il nome di Cintola viene qui attribuito sulla falsariga di quello (Cintola del Ferro) attestato per il M. Tambura in Alpi Apuane, dove designa una specie di cengia orizzontale erbosa moderatamente esposta: come tale esso sembra appropriato anche per il presente itinerario.
EE, dislivello 850 m, h 6.
Dallo slargo appena sotto il podere Butale (1076 m), al termine della strada asfaltata che sale da S. Marcello Pistoiese passando per Spignana – dove a un bivio si prende a destra -, si continua a piedi seguendo il sentiero CAI 284 (ex 4), più diretto ma un po’ infrascato, oppure uno sterrato, con eventuale scorciatoia a destra più in alto, che con giro più largo porta allo stesso punto, cioè a un ripiano (1212 m) presso il Poggetto del Serrino della CTR. Si prosegue su sterrato con lo stesso segnavia, si traversa ai piedi di Poggio Fratone che resta poco sopra a sinistra, e si sale infine, da ultimo scegliendo tra sentiero a sinistra o sterrato, fino alle Roncole, bella località sotto il monte omonimo, con edificio adibito a rifugio privato e fonte all’aperto (1407 m, h 1.10). Si continua in piano con modesti saliscendi sullo sterrato, percorrendo il caratteristico tratto di crinale chiamato Chiasso dell’Alpe, sullo spartiacque (qui relativamente stretto) tra due affluenti della Lima: Volata a sinistra e Verdiana a destra. Dove la dorsale si alza verso il Cornaccio e il segnavia 284 – da qui in poi sentiero – piega a sinistra (1431 m), si continua invece ancora sullo sterrato che piega a destra ricalcando il vecchio sentiero, e si prosegue in piano o in lieve discesa finché non se ne stacca a sinistra (1380 m c.) un largo tracciato che sale: qui si lascia lo sterrato, che prosegue verso il basso fino ai ruderi e al laghetto artificiale di Vagliappi. Il nuovo tracciato mostra presto segni di degrado; compie subito una esse nel bosco, poi sale all’aperto a traversare un prato e rientra nel bosco salendo incerto e confuso: nel dubbio, è sufficiente risalire al meglio la larga dorsale fino al punto in cui essa, dopo un ultimo tratto prativo quasi pianeggiante, diventa più stretta e cambia nettamente pendenza cominciando a presentare affioramenti rocciosi: qui si distingue benissimo la traccia orizzontale che se ne stacca verso destra, e anche un bastone segnala il punto (1575 m c., h 1.00/2.10). Lasciata la cresta SSE, bella e facile fino alla cima del Cornaccio, il sentiero inizia a traversare più o meno orizzontale, prima nel bosco, poi al suo limite superiore e poi, definitivamente, all’aperto. Esso taglia pendii alquanto ripidi, ed è necessaria cautela; è abbastanza evidente, e comunque alcuni ometti favoriscono l’orientamento. Si attraversano in successione varie dorsali secondarie e gli invasi interposti; in corrispondenza di una più pronunciata dorsale orientata a SE (il largo salto roccioso che vi spicca poco sopra è localmente detto Balzo della Civetta) il sentiero, su pendii già meno ripidi, tende a perdersi. Qui bisogna scendere verso destra seguendo alcuni rari bastoni piantati sul terreno, e comunque perdere quota mirando, non appena si arriva a vederlo, a un grande masso nel fondo del solco che scende dal Passo dello Strofinatoio, di là dal quale si trova il crinale spartiacque che sale dal Passo del Cancellino; oltre il masso si distinguono un grande ometto e una traccia orizzontale (h 1.00/3.10).
Nota 1 – La vaghezza di quest’ultimo tratto è il motivo per cui è consigliabile percorrere l’itinerario con partenza da Chiasso dell’Alpe. In senso opposto, comunque, si deve raggiungere il grande masso e, di là dal solco in cui giace, iniziare a traversare in salita su traccia (che in questo punto in effetti è presente) seguendo se possibile i bastoni di segnalazione. Arrivati alla dorsale del Balzo della Civetta e guardando in avanti si riconoscerà facilmente il prosieguo orizzontale del sentiero.
Nota 2 – Un’interessante alternativa all’ultima e meno attraente parte della traversata è quella di risalire senza difficoltà la bella cresta del Balzo della Civetta fino al suo termine, cioè alla quota 1866 m della cresta sommitale del Cornaccio; da qui, passando o no per la sua cima (1882 m), si va a sinistra al Passo dei Tre Termini, e poi con il sent. 284 a Chiasso dell’Alpe e al punto di partenza.
Dall’ometto dopo il solco si segue verso destra la traccia orizzontale finché non tende a perdersi; a questo punto conviene salire verso sinistra fino a raggiungere il sent. CAI SI/270 (ex 20) e poi, a destra, il bivio con il sent. 274 (ex 02), con il quale si scende a Casa Sèlvori al podere Mandromìni nella Valle della Verdiana (1048 m, h 1.15/4.25). Dalla casa si segue verso destra, all’incirca in piano, uno stradello e poi sentiero (vi si trova almeno un vecchio cartello MPT – Montagna Pistoiese Trekking) che porta al guado della Verdiana, oltre il quale uno stradello risale lungamente fino al ripiano a 1212 m sotto il Poggetto del Serrino (h 1.15/5.40). Di qui in breve al punto di partenza (h 0.20/6.00).