IL PALLONE FRENATO DEL MATANNA E LA VERA FOCE DEL PALLONE

All’inizio del secolo scorso Daniele Barsi, un imprenditore visionario di quel paesino sperduto tra i monti che è Palagnana, ebbe il coraggio di immaginare, e infine realizzò nel 1910, un sistema di trasporto aereo di passeggeri dal territorio di Camaiore (e quindi dalla Versilia) all’Albergo Alto Matanna, anch’esso dovuto all’iniziativa della famiglia Barsi e inaugurato nel 1894: si trattava di un pallone aerostatico a idrogeno, con navicella per cinque passeggeri più il pilota, che saliva verso l’alto frenato e guidato da un cavo d’acciaio teso da una stazione a valle a una a monte, e che scendeva grazie a zavorre. La stazione a valle si trovava nei pressi della Grotta all’Onda, quella a monte era situata poco sotto il crinale tra l’attuale Foce del Pallone e Foce del Crocione; da lì i touristes, naturalmente altoborghesi o aristocratici e perfino, pare, una testa coronata (Re Alberto I del Belgio), percorrevano a piedi o a dorso di mulo un breve e largo sentiero fino a un punto del crinale dove li attendeva nei primi tempi una carrozza con cavallo, e poi un’autovettura, a quanto sembra portata su a pezzi e rimontata in loco per l’assenza a tale data di carrozzabili che salissero fino all’Alto Matanna; e così venivano condotti all’Albergo sullo sterrato tuttora esistente, che fu realizzato a tale scopo. Quel passaggio attraverso il crinale era la vera Foce del Pallone, nome poi migrato a un altro passo situato più a Nord che lo porta tuttora. La migrazione del nome è stata certamente favorita dall’abbandono dell’impianto e dall’affievolirsi nel tempo dei ricordi ad esso legati, ma è dovuta al fatto che il passaggio a Nord, a differenza di quello a Sud, è un vero e proprio valico: infatti lo attraversa un importante sentiero che, transitando dalla Foce di Grattaculo, collega il versante marino (Casoli nel Camaiorese e Farnocchia e Pomezzana in Alta Versilia) a quello del Serchio (Palagnana, Pascoso e Pescaglia); mentre il passaggio a Sud, che era tale solo per l’esistenza di quel breve sentiero che nasceva dalla stazione superiore del pallone ed era stato aperto per quei viaggiatori, cessò di essere un valico quando una tempesta distrusse l’impianto.
La mirabolante opera, inaugurata il 28 agosto 1910, sopravvisse solo pochi mesi alle intemperie, perché una bufera di vento distrusse presto hangar e pallone, forse a novembre 1910 oppure a febbraio 1911; ma ne resta il ricordo nella storia e leggenda locale e, appunto, nella toponomastica. Sull’argomento ha scritto un libro bello e informatissimo Marco Piccolino: Il pallone frenato del Matanna, Il Campano, Pisa 2018, a cui chi scrive ha molto attinto per queste righe.
L’itinerario qui descritto, un largo anello nelle Apuane di Camaiore tra le Foci del Pallone vecchia e nuova, Foce di Grattaculo e S. Rocchino, consente di raggiungere e visitare ciò che resta delle due stazioni del pallone e di percorrere il sentiero che portava alla Foce del Pallone originale: luogo interessante e piacevole per le suggestioni del passato, per l’agio di cui vi si gode – è ancora intatta la larga piattaforma artificiale dove i Barsi attendevano i viaggiatori – e l’amplissima apertura panoramica sui due versanti delle Apuane Meridionali.

EE, 700 m, h 5.30.

Un po’ sopra il parcheggio di Casoli lungo la strada per Trescolli (435 m c.) si seguono a destra i segnavia CAI 105 (ex 2) e 112 e, a un bivio, a sinistra il solo sent. 105. Lo si percorre fino allo stacco a sinistra del primo sentiero per la Grotta all’Onda (it. C6 del Comune di Camaiore), che si segue fino al ponte sul Fosso della Grotta all’Onda; appena oltre lo si lascia per andare a sinistra in pochi minuti fino all’ampio slargo pianeggiante, detto Il Piazzone o Prato del Pallone, che ospitava la stazione di partenza del pallone (590 m c., h 0.45; un pannello esplicativo del Comune di Camaiore). Dello hangar di legno dove veniva ricoverato il pallone, alto 28 metri, non resta nulla salvo qualche asse marcia a terra; si distingue ancora il basamento in cemento per uno dei suoi tiranti, qualcosa dei gradoni che scendevano a una piattaforma ipogea (che consentiva di diminuire l’altezza dal suolo dell’intera struttura), il pozzo che ospitava un contrappeso mobile di tre tonnellate per tenere in tensione il cavo d’acciaio, un grosso muraglione di sostegno a valle dello slargo e infine alcuni ruderi.
N.B. 1 – Al Prato del Pallone si può arrivare in vario modo. Detto che, all’epoca, i viaggiatori intenzionati a salire sul pallone vi giungevano a dorso di mulo o su portantina partendo da Candalla, l’escursionista odierno può scendervi dalla Grotta all’Onda, in qualsiasi modo l’abbia raggiunta, percorrendo a ritroso il sentiero tra il ponte già detto e la Grotta stessa; oppure vi può salire da sotto e più direttamente, prendendo un tracciato che, più in basso di quello per la Grotta all’Onda detto sopra, si stacca dal sent. 105 (ometto) subito prima che attraversi verso destra il Fosso della Grotta all’Onda; ma è un po’ infrascato e, non essendo segnato, a differenza di quello qui descritto può dare problemi di orientamento.

Tornati al ponte sul Fosso della Grotta all’Onda dopo la digressione, si continua a seguire verso l’alto il sentiero per la Grotta fino a raggiungerla (708 m, h 0.25/1.10); dopodiché, con un altro sentiero sul lato opposto a quello di provenienza (ancora it. C6), si torna al sent. 105 a una quota più alta di quella a cui lo si era lasciato, e lo si segue finché non cambia bruscamente direzione quando (h 0.30/1.40) incrocia una cresta che scende dal crinale tra Matanna e Prana, e che si può chiamare di Colle a Tosori dal nome di un bel rilievo così chiamato in CTR che vi sorge all’inizio del suo tratto superiore roccioso. Questa cresta è la chiave di accesso dal basso alla stazione superiore del pallone, ma non conviene seguirla già dall’incrocio del sentiero 105, perché il suo primo tratto è un po’ infrascato e privo di particolari pregi; conviene invece seguire il sentiero, che per un po’ continua verso l’alto parallelo alla cresta e alla sua destra, guadagnarne il filo con pochi passi verso sinistra quando il sentiero se ne allontana, e risalire gradevolmente il facile filo roccioso; oppure proseguire ancora sul sent. 105, allontanandosi dalla cresta, fino a un suggestivo tratto all’aperto su terreno roccioso: qui, non appena si giunge in vista di bellissime cascatelle sul Rio Lombricese (che a quest’altezza si chiama Fosso del Boschetto), in corrispondenza di un ometto o anche poco prima si lascia il sentiero per salire liberamente a sinistra un pendio roccioso bello e agevole fino alla cresta di Colle a Tosori. Comunque sia si giunge infine a un tratto quasi orizzontale ed ormai erboso della cresta, subito dopo la quota 982.9 m CTR: qui s’incrocia un sentiero orizzontale proveniente dal sent. 105 poco sotto Foce del Crocione che, seguìto verso sinistra, porta in breve alla stazione superiore del pallone (1000 m c., h 1.20/3.00). Essa è riconoscibile per la presenza del rudere di quella che era una torretta, pochi metri a valle del quale il pendio precipita su una larga scarpata rocciosa verticale (sono gli Erti di Casoli); la vegetazione cresciuta nel frattempo maschera l’esposizione, e l’opera del tempo ha ormai mozzato la torretta originaria (alta più di sei metri) e quasi riempito la fossa scavata nella roccia dietro il rudere, che all’epoca ospitava il contrappeso di nove tonnellate a cui era fissato il cavo d’acciaio. Un po’ sopra il rudere e alla sua destra guardando verso l’alto, si nota un muretto che sostiene un terrapieno: da qui partiva e parte tuttora un sentiero che sale con poca pendenza traversando verso sinistra, nei primi metri un po’ confuso ma poi sempre più chiaro e largo: seguendolo si arriva dopo un tornante finale al crinale tra l’attuale Foce del Pallone e la Foce del Crocione, in un bel punto panoramico poco a sinistra dell’origine della cresta di Colle a Tosori; qui persiste immutata la larga piattaforma artificiale dove i viaggiatori del pallone trovavano ad aspettarli i mezzi di trasporto dell’Albergo Alto Matanna: questa è, o meglio era, la vera Foce del Pallone (1065 m c., h 0.15/3.15; pannello esplicativo). Da qui ci si porta verso sinistra all’attuale Foce del Pallone lungo il sentiero CAI 101, che in questo tratto coincide con lo sterrato che inizia all’Albergo e termina, appunto, alla Foce del Pallone originale (1090 m, h 0.15/3.30).
N.B. 2 – Per una visita veloce e senza problemi di orientamento alla stazione superiore del pallone si può, quindi, partire dall’Albergo Alto Matanna e seguire a ritroso il percorso appena descritto.
N.B. 3 – Dal tornante appena prima della Foce del Pallone originale un sentiero continua in leggera discesa mantenendo la stessa direzione, traversa poco sotto il crinale in versante camaiorese e raggiunge in breve il sentiero CAI 113 (ex 3) poco sotto l’attuale Foce del Pallone: interessante alternativa e scorciatoia al percorso principale.

Dall’attuale Foce del Pallone si scende infine, per sentieri CAI, alla Foce di Grattaculo (855 m), a S. Rocchino (802 m), a Trescolli e al punto di partenza (h 2.00/5.30).

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