
APP. LUCCHESE: LAME E PENNA DI BARBAZZINA
Chi, dal versante lucchese, risale la strada ducale verso il vecchio rifugio Casentini, non mancherà di notare, molto al di sotto dell’imponente piramide del Rondinaio che si staglia contro il cielo sullo spartiacque appenninico, alcune strane strutture rocciose: due alte e strette lame verticali perfettamente parallele e, alla loro destra, una larga parete; esse si trovano in sinistra idrografica del Rio Fontanone (più in alto Rio Barbazzina), affluente del Torrente Cucèrnola (ormai storpiato in Lucerna sulle carte) che più giù, insieme alle acque dell’Orrido di Botri, forma la Fegana. La più alta delle due lame è quotata 1061.6 m dalla CTR; la parete culmina a 1030 m c. ed è sovrastata da una quota 1056.1 m; ambedue le strutture, divise da un solco secondario, sono le ultime diramazioni di una dorsale che, staccandosi dal Rondinaio in versante toscano forma, dall’alto in basso, la Cima di Salaiola, il M. Uccelliera e la Cima di Barbazzina (1565.3 m). La CTR colloca il toponimo Alla Penna in prossimità della quota 1056.1 m; la nuova IGM (F. 250 Sezione II – Bagni di Lucca) e alcune carte commerciali collocano in zona, all’incirca a mezzo tra le due formazioni rocciose, una Penna di Barbazzina che sembra logico identificare, dato il significato della parola ‘penna’, con la larga parete; resterebbero anonime le due lame, che si propone quindi di battezzare Lame di Barbazzina.
Alcuni vecchi sentieri di carbonai (non segnati) permettono di visitare senza speciali difficoltà queste singolari formazioni rocciose, in un ambiente ormai abbandonato dall’uomo e ritornato selvaggio.
Si risale la strada ducale per Foce a Giovo in versante lucchese superando il bivio per Ponte a Gaio e l’Orrido di Botri; poco oltre si giunge al tornante verso destra sul Rio Fontanone (ampio slargo con fontana: è il Fontanone); proseguendo, dopo altri quattro tornanti si giunge al bivio con uno sterrato a sinistra: qui si parcheggia (805 m c.) evitando di continuare in auto sullo sterrato, stretto, sconnesso e presto chiuso da una sbarra.
Avviatisi a piedi e lasciato a destra un tronco diretto alle case di Pracchi, dopo una sbarra si pianeggia sullo sterrato fino a un tornante a sinistra sul Rio Fontanone. Subito prima si prende a destra un sentiero e qualche metro dopo una sua diramazione a sinistra che, superato un gradino roccioso e percorsa un’aerea cengia, prende a risalire in sinistra idrografica il Rio Fontanone poco più in alto del suo fondo. Dopo la cengia il sentiero è facile ma un po’ degradato; attenzione, all’inizio, a seguire a destra un doppio tornante anziché una più vaga traccia a diritto che si perde poco dopo. Il sentiero tocca infine il fondo del Rio Fontanone, di là dal quale continua andando a raggiungere lo sterrato percorso dal sent. 015 dell’ex Comunità Montana (vedi oltre); ma appena prima del fondovalle lo si lascia per salire a destra, sfruttando tracce di animali, un ripido pendio erboso tra radi alberi, mirando a una caratteristica dorsale rocciosa sulla sinistra, e in particolare a un breve passaggio su cengia che consente di guadagnarne facilmente il filo; ma può darsi che si possa salire in cresta anche più in basso. Si prosegue ora verso l’alto di preferenza appena a sinistra della dorsale, dove si trovano facili pendii di alberi ed erba simili a quelli risaliti poco sotto. Giunti così in breve su terreno meno ripido, si oltrepassa una sorprendente trincea naturale trasversale e, al di sopra, si piega verso destra in moderata salita verso un’intuibile vicina sommità: è la occidentale e più alta delle Lame di Barbazzina, da cui si gode di una splendida vista sulla valle sottostante, il crinale di Campolino, il Mosca, Colle Gabbro e, più lontano, il Prato Fiorito (1061.6 m, h 1.15). La poco più bassa cima della Lama orientale – una cresta orizzontale di aspetto vertiginoso -, in linea d’aria si trova a pochi metri di distanza, ben visibile ma da qui inaccessibile: per avvicinarla bisogna innanzitutto seguire verso monte, su traccia, la dorsale su cui si alza la Lama appena salita e, appena possibile, scendere a destra con molta cautela un brevissimo ma assai ripido ed esposto pendio, tra erba e alberi, fino alla sella tra le due Lame. Di là ci si affaccia con cautela sull’inconfondibile, angusto e precipite corridoio di terra e vegetazione che, tra due pareti rocciose verticali, divide per tutta la loro altezza le due Lame; quanto alla cima della Lama orientale, dalla sella vi sale uno spigolo roccioso di una quindicina di metri quasi verticale, strettissimo, assai esposto e certo non facile, che chi scrive e i suoi amici non hanno osato affrontare, tanto meno senza avere con sé mezzi d’assicurazione.
Si risalgono ora i pochi metri scabrosi dalla selletta alla traccia sulla dorsale lasciata per la digressione; guadagnato un pianoro appena sopra, se da lì si proseguisse verso l’alto s’incrocierebbe subito il sent. CAI 38, il lunghissimo sentiero trasversale che collega Ospedaletto sulla strada ducale alla Vétricia sopra Barga; si prende invece un chiaro sentiero a destra che, con andamento orizzontale (ometti), traversa un pendio boscoso fino a un’altra vicina dorsale, anch’essa diramazione finale, come la precedente, di quella che scende dalla Cima di Barbazzina. Raggiuntala a un ripiano poco sopra la quota 1056.1 m la si percorre verso il basso, scendendo o aggirando con attenzione qualche gradone roccioso trasversale, fino a un ultimo aperto balcone erboso (1030 m c.) affacciato sul vuoto della Penna di Barbazzina: anche da qui ampio panorama, simile al precedente ma esteso alle Lame di Barbazzina. Ritornati al ripiano si segue la dorsale verso l’alto fino al sent. 38 poco sopra (1110 m c., h 1.15/2.30).
Si percorre ora in piano a sinistra il sent. 38 fino alla loc. Rifugiani (1070 m c., h 0.30/3.00). Da qui, lasciato il sent. CAI che a destra sale a Foce a Fobi, si segue invece verso il basso il sent. 015 che per un po’ coincide con lo sterrato seguìto alla partenza – in questo tratto giunge da sinistra il sentiero che inizia al tornante sul Rio Fontanone -, e poi lo abbandona (tabella) scendendo a sinistra per ritrovarlo più giù; lasciato infine il sentiero 015 che a destra continua sotto strada verso Ponte a Gaio, si segue lo sterrato fino al tornante sul Rio Fontanone, dove lo si era lasciato a inizio gita, e al parcheggio (h 1.00/4.00).
EE; dislivello 350 m; h 4.
N.B. Chi, non pago della breve gita a tema, volesse prolungarla, può percorrere il sent. 38, anziché verso sinistra, verso destra a lungo fino all’Ospedaletto poco sopra il vecchio rifugio Casentini, da cui seguirà poi il sent. 16B dell’ex Comunità Montana (vedi Le dolomiti della Val di Lima e l’Orrido di Botri it. G16) scendendo a Ramosceta e di nuovo alla strada ducale; da qui in breve a destra lungo la strada – cioè senza attraversarla – fino al bivio per Pracchi.