
IL PIZZO DELLE SAETTE DALLE MURA DEL TURCO
EE (I+/II), dislivello 700 m, h fino a 7.
Il Pizzo delle Saette può essere salito, in maniera sorprendentemente facile, anche dall’arcigno versante delle Mura del Turco (Ovest), al prezzo però di percorrere le più difficili Cenge alte dei Partigiani fino al punto d’inizio – un ripiano erboso in altri tempi detto Canto degli Ortali – del sentiero che sale alla cima. All’inizio delle Cenge dalla cresta Nordest del Pizzo si può naturalmente giungere percorrendo la Vetricia, ma qui si suggerisce di arrivarvi rimontando fin lì la stessa cresta Nordest a partire dalla Porta della Borra di Canala. Così facendo, di tale cresta si sarà percorso tutto e solo il tratto, bello e panoramico, accessibile all’escursionista: la sezione superiore dalla Vetricia alla cima, infatti, comporta difficoltà alpinistiche.
N.B.: 1) Per le Cenge (alte) dei partigiani vedi Apuane it. 67; 2) la carta allegata mostra due varianti non descritte: un accesso più diretto (sconsigliato) alla Porta della Borra di Canala e la salita dell’Uomo Morto.
Da Piglionico (1127 m), al termine della strada delle Rocchette proveniente da Gallicano, con i sentieri CAI 127 e 139 si giunge con qualche contropendenza fino alla c.d. Porta, l’inconfondibile sbocco della sovrastante Borra di Canala (h 1.30). La base del roccioso ‘stipite’ rivolto al Pizzo delle Saette si mostra non facile, per cui conviene proseguire per qualche metro sul sentiero che s’inoltra nella Borra e lasciarlo appena possibile per salire a destra: si mira, evitando forzature e senza fretta, all’intuibile filo di cresta, percorrendo a zig-zag cenge e canalini su terreno misto di roccette, alberi e paleo. Sono possibili molte linee, ma scegliendo accortamente si troveranno al massimo passaggi di I e poca esposizione. Raggiunto il filo, all’inizio ancora nel bosco (vi si trova un muretto a secco), lo si risale senza difficoltà fino a un tratto centrale roccioso (I+) ripido e aereo, con vista spettacolare sul versante N del Pizzo delle Saette. Con un ultimo tratto elementare e poco pendente si giunge ad incrociare le Cenge dei partigiani nel punto dove, lasciata la Vetricia, s’inoltrano orizzontali nel temibile, ertissimo e sfuggente versante N. Raggiunta la cresta NNE alla croce di Petronio (1560 m c., h 2.00/3.30 dall’inizio delle Cenge) la si risale sul filo (esposto, II; in alternativa, largo aggiramento in basso a sinistra) fino a trovare la prosecuzione delle Cenge un po’ sopra. Si seguono ora le Cenge verso destra su terreno ripido, esposto e delicato fino a un ben visibile ripiano erboso sulla prima, vicina costola valicata dalle Cenge: ci si trova al Canto degli Ortali delle vecchie fonti (h 0.20/3.50); a monte si nota una larga traccia che sale verso l’alto. Lasciate le Cenge si segue con cautela la traccia, facile ma su un pendio assai ripido, che guadagna quota e poi traversa un crinale (è la cresta del Serpente) affacciandosi su un versante meno erto sul bordo del canale centrale del Pizzo e in vista della cresta sommitale verso la Pania della Croce. La traccia si fa più vaga e multipla; si sale comunque a destra della cresta del Serpente fino a poterla raggiungere, continuando poi su di essa fino alla cima del Pizzo delle Saette su terreno rotto ma facile (1722 m, h 0.30/4.20). Si ritorna a Piglionico scendendo la via normale del Pizzo fino alla Vetricia; poi, preferibilmente, risalendo in breve alla Focetta del Puntone, da cui al rif. Rossi e, lungo il sent. 7 o su quello della Grottaiola, al parcheggio (h da 2 a 2.30; complessivamente h 6.30-7.00).
N.B. Sulla versione della CTR attualmente caricata sul sito regionale il nome di Pizzo delle Saette viene per errore attribuito alla quota 1757.7 m, che altri non è che la vecchia ‘quota 1750’ della guida CAI-TCI, situata a mezza strada tra Pania della Croce e Pizzo delle Saette; quest’ultimo è invece, più a N, la quota 1721.9 m, che su su questa carta è anonima e derelitta.