
BOTRI: IL FOSSO DELLA SEROTINA
EE (II), dislivello 950 m, h 6.30.
Il Fosso della Serotìna nasce ai piedi del Poggio alle Porche sul crinale di Campolino e confluisce nel Rio Ribellino appena al sotto del sentiero CAI 14, che unisce il vecchio rifugio Casentini a Fontana a Troghi. Poiché tale sentiero, nel libro Le dolomiti della Val di Lima e l’Orrido di Botri, veniva preso come limite superiore dell’area trattata nel capitolo dedicato a quest’ultimo, con rammarico ma per conseguenza (vedi nota a pg. 294) si omise lì di descrivere sia il Fosso stesso, sia il bellissimo vecchio sentiero che ne esce in destra idrografica fino alla Foce del Ribellino, sia gli spettacolari ed esposti cengioni (localmente detti ‘scaffe’) che in sinistra idrografica consentono di uscirne verso le dorsali di Branco d’Orso, Romicicchia e Diaccio al Bosco. Ma stante il fatto che il bacino idrografico del Fosso della Serotina appartiene a quello dell’Orrido di Botri, si intende recuperare ora ciò a cui si rinunciò allora. Nell’itinerario seguente si descrive intanto la risalita del Fosso e l’uscita lungo una delle due scaffe.
Dal parcheggio appena oltre il vecchio rifugio Casentini (1242 m) il sentiero CAI 14 inizia a traversare in versante Mariana, lascia presto a sinistra un raccordo al soprastante sentiero 14A e scende a traversare la Mariana (1170 m c.). Sul versante opposto si guadagna quota con un primo tratto più ripido e poi si sale più dolcemente verso il Col delle Prada (1288 m, h 0.45), che si raggiunge dopo la confluenza da sinistra del sentiero 14A. Percorsi i prati, ormai invasi da arbusti, di questo largo ripiano alla base del Costone Bendormi dell’Alpe Tre Potenze, il sentiero scende nel versante opposto fino a guadare uno dopo l’altro il Rio Ribellino e il Fosso della Serotina suo affluente che confluiscono appena sotto. Qui (1140 m c., h 0.15/1.00) si lascia il sentiero iniziando a risalire il Fosso, dapprima con qualche disagio per la presenza di alberi caduti che intralciano il cammino, ma presto meno scomodamente su massi e sassi perlopiù già assestati e fermi sotto i piedi; l’ambiente è selvaggio e chiuso tra versanti ripidi e un po’ opprimenti; più su, alle spalle si apre la vista sugli spalti (Balzo del Cane, Balzo del Pistello) in destra idrografica dell’Orrido di Botri. Si superano molti salti rocciosi facili (fino al II), solidi e divertenti. Dopo circa due ore di risalita il Fosso si allarga e la vista si apre un po’: sulla destra appaiono alcune cenge dall’aspetto interessante, forse meritevoli di qualche indagine. Dopo un tratto un po’ delicato per il fondo mobile, a destra si nota un cengione ascendente: è la più bassa e la più impegnativa delle due scaffe; la superiore è appena sopra. Qui si lascia il fondo del Fosso, che continua verso l’alto ancora percorribile, e si prende a destra la scaffa inferiore: 1630 m c., h 2.30/3.30.
(N.B. Sul lato opposto – destra idrografica -, in corrispondenza di ciascuna delle scaffe iniziano due tracce che poco sopra si riuniscono in un piccolo bosco isolato; da qui prosegue un vecchio sentiero, all’inizio poco evidente, che porta alla Foce del Ribellino: astenersi se già non lo si conosce!)
La scaffa inferiore, sospesa tra due fasce rocciose trasversali e ascendenti verso la dorsale di uscita, erbosa come la superiore e con vaghe tracce, è piuttosto esposta e presenta un tratto molto stretto e altri assai ripidi, terminando infine su terreno facile: il largo filo di una dorsale, detta Branco d’Orso su CTR, che scende dal crinale di Diaccio al Bosco (1710 m c., h 0.30/4.00). Da qui si traversa in lieve salita sul lato opposto, disagevolmente e senza traccia, fino a raggiungere, in corrispondenza di un tratto orizzontale (1745 m c.), il crinale di Diaccio al Bosco, o meglio il suo ramo SO (Romicicchia su CTR: è il ramo principale che cala a Foce Cisa); si scendono poi al meglio i pendii erbosi alla sinistra del suo filo, a quest’altezza già boscoso, fino a intercettare tra gli alberi il sent. 12 che scende dalla Foce di Campolino; con esso si va a Fontana a Troghi e con il sent. 14 al punto di partenza, con tre poco gradevoli risalite a Campagnaia, al Col delle Prada e all’arrivo (h 2.30/6.30).