

Da carta Triglav di Sidarta
ALPI GIULIE – LA PICCOLA PONZA DEL MARTULJEK
Nell’articolo dedicato al Dovški Križ e al Veliki Oltar, pubblicato su questo sito in data 30 dicembre 2024, si era già parlato del Martuljek in Slovenia, forse il gruppo più selvaggio delle Alpi Giulie e certamente il meno conosciuto dagli italiani; e si era già detto della bella monografia dedicata al Martuljek da Lucio Nardin e Roberta Obersnel su Le Alpi Venete tra 2012 e 2013. Si descrive ora un’altra gita di due giorni in questo gruppo, con pernottamento a un altro bivacco (Bivak III), salita a un’altra cima alta e solitaria, la Mala Martuljška Ponca – la traduzione è nel titolo -, e attraversamento di alcuni splendidi circhi d’alta quota.
Chi scrive percorse con i suoi amici il presente itinerario in data 29/30 agosto 2017, e ha integrato i suoi ricordi con la monografia di Nardin e Obersnel; ma da allora sono passati diversi anni e qualcosa potrebbe essere cambiato. Inoltre è bene segnalare che nel 2017 tutto l’itinerario al di sopra del bivacco si svolgeva su sentieri o tracce marcate solo da ometti – e neanche tanti -, e che si trovava acqua soltanto fino a poco prima del bivacco.
Primo giorno.
Dal valico italo-sloveno di Fusine/Rateče, a una dozzina di km da Tarvisio, si continua in auto lungo la Sava Dolinka, oltrepassando i paesi di Podkoren e Kranjska Gora, fino a Gozd Martuljek, a 11,5 km dalla frontiera; qui si lascia l’auto nei parcheggi del paese (755 m) e, seguendo le indicazioni per le cascate del Martuljek (cascata = slap), si va a percorrere verso S prima una pista ciclabile e poi uno sterrato. Lasciata a sinistra la deviazione – breve e meritevole – per la cascata inferiore, si giunge a un bivio dove a destra si salirebbe al Bivak pod Špikom (= sotto lo Špik); si prosegue invece a sinistra, ormai su sentiero, più su lasciando ancora a sinistra le brevi deviazioni per la Brunarica (= baita) pri Ingotu – posto di ristoro con splendido panorama sul Martuljek – e per la bella cascata superiore; infine si traversa verso sinistra su cenge in esposizione e con qualche facile cavo fino a raggiungere il fosso d’acqua che scende dall’alto (chiamato anch’esso Martuljek), poco sopra il punto in cui esso precipita a valle. Ci si trova, quasi in piano, alla soglia inferiore del vastissimo circo ghiaioso chiamato Za Akom; sullo sfondo si alzano la Kukova Špica, la Škrnatarica, la parete N della Široka Peč, lo sbocco dell’Amfiteater tra le ultime due, il Veliki Oltar e la Velika Ponca (veliki, velika = grande). Si continua per qualche minuto sulla destra del fondovalle, cioè in sinistra idrografica, fino all’altezza di un masso piatto, accanto al quale – attenzione: nessun segno – una traccia sale a destra in pochi minuti fino a uno spiazzo tra gli alberi: qui si trova il Bivak III, visibile solo all’ultimo momento (1340 m; 8-10 posti).
EE, dislivello 600 m, h 1.45 senza le digressioni (tutte però meritevoli e brevi).
Secondo giorno.
Dal bivacco si scende in breve al bivio di accesso e si inizia a risalire il grande circo Za Akom tenendosi sul greto. Più su (ometti) si prende una traccia che sale più sensibilmente seguendo una costola mugosa a destra del fondovalle; in alto già si notano alcuni larici isolati che dovranno essere raggiunti. A un bivio (1615 m, h 1.00) si può scegliere tra due possibilità: si preferisce – vedi sotto il motivo – evitare la traccia che piega a destra tenendosi invece ancora sulla costola su cui ci si trova; a 1685 m c. la si lascia e si traversa a sinistra nel fondo di un canale, lo si percorre per un po’, poi se ne risale l’opposta sponda, più su lo si traversa di nuovo verso destra su terreno a lastre rocciose un po’ delicate (2 metri di II), e infine si raggiungono i larici da sinistra su un sentiero ripido e scosceso: ci si trova, appunto, Pri Treh Macesnih (= Ai Tre larici; 1810 m, h 0.45/1.45).
N.B. La traccia di destra al bivio appena detto ha il difetto di andare oltre i Tre Larici senza toccarli, non permettendo quindi di visitare quello che è un bellissimo pulpito, tra l’altro il punto più vicino alla grande parete N della Široka Peč di tutto l’itinerario.
Al di sopra dei Tre Larici si sale un po’ su una striscia d’erba finché la traccia non piega a destra iniziando a traversare i grandi ghiaioni sottostanti Veliki Oltar e Velika Ponca; a 1975 m, poco prima di incrociare una spalla prativa, sopraggiunge da destra l’altra opzione di salita. La traccia non è sempre evidente, il terreno è perlopiù facile ma con qualche tratto su ghiaie dure che richiedono attenzione; infine si sale giovandosi di una rampa erbosa sul filo di una dorsale (2150 m c., h 1.30/3.15): essa scende dalla Velika Ponca e divide la conca Za Akom dalla quale si proviene dall’altra, detta Pod Srcem, su cui gravitano Mala Ponca e Špik; o meglio la divide da tre suggestivi catini di roccia e vegetazione, sospesi l’uno sopra l’altro, affluenti di Pod Srcem e da esso separati da un’altra dorsale (detta di Na Pečeh dal nome della sua sommità), lungo i quali si svolgerà la discesa. Si percorre ora verso l’alto una faticosa traccia su ghiaie alla destra della dorsale fino alla sella (2430 m c.) che separa Velika (a sinistra) da Mala Ponca. A destra si sale a quest’ultima in breve superando subito un solido tratto di II e poi più facilmente, per rocce e detriti, fino all’aerea cima (2498 m, h 0.45/4.00). Il panorama è vastissimo: la Velika Ponca che incombe sulla sella sottostante, e poi, verso destra, Škrlatica, Razor, Prisojnik, Jalovec, Mangart; infine, vicinissimo, lo Špik. Ritornati alla sella tra le due Ponze e al punto di partenza della salita sulla dorsale che origina dalla Velika Ponca, si scende ora verso sinistra e poi si risale per pochi metri di dislivello a una selletta a 2015 m c. a destra di Na Pečeh, all’ingresso dello Zgornji Kotel (catino superiore). Su traccia non sempre evidente e spesso multipla, tenendosi sulla sinistra e prestando la massima attenzione ai rari ometti, si scende allo Srednji Kotel (catino di mezzo), avendo a destra la dorsale della Velika Ponca e a sinistra quella di Na Pečeh; individuato un prezioso ometto su un grande masso piatto a 1745 m c., che indica il passaggio tra Srednji Kotel e Spodnji Kotel (catino inferiore), poco sotto si trova un canalino roccioso di II che può essere aggirato a destra su ripido terreno di erba e mughi: è la sola difficoltà tecnica di tutto il ritorno a valle dopo la discesa dalla cima. Raggiunto così lo Spodnji Kotel, bisogna scenderlo fino al suo limite inferiore (1530 m c.) e poi uscirne verso sinistra scavalcando a 1390 m c. la dorsale in sinistra idrografica: attenzione a non perdere la traccia tra i cespugli! se necessario, bisogna cercarla con pazienza (come capitò a chi scrive) senza farsi tentare da prosecuzioni verso il basso alla cieca e al meglio, oltretutto su terreno quasi impenetrabile per la vegetazione. Scavalcata la dorsale, la traccia, ormai chiara sulle ghiaie o tra i faggi, porta senza difficoltà e in poco tempo al fondo della conca di Pod Srcem (1350 m c., ometto; h 3.00/7.00), risalito il quale per breve tratto si va a destra a confluire nel sentiero di accesso al Bivak pod Špikom (1426 m): esso si trova poco sopra, e sarebbe facilmente raggiungibile in pochi minuti. Percorrendone verso il basso il sentiero di accesso si scende al bivio con il sentiero per il Bivak III e si prosegue fino a Gozd Martuljek (h 1.00/8.00).
EE (II), dislivello 1300 m, h 8.