
RESCETO – LA VIA DI LIZZA PELLERANO
EE (I+), dislivello 1200 m, h 5.30 almeno.
Sconosciuta ai più, la via di lizza detta Pellerano percorre il versante sudovest della Tambura un po’ a est (destra per chi sale) della via di lizza Magnani o del canal Pianone; per l’escursionista esperto e curioso essa va ad aggiungersi degnamente sia a tale via di lizza sia a quella del Padulello – anch’essa poco lontana verso ovest sulle pendici della Punta del Padulello o Coda del Cavallo -, ambedue ben note e frequentate, anche perché marcate da segnavia CAI: 166 e 166A. La via di lizza Pellerano prende origine da una vecchia cava situata poco sotto il Passo della Focolaccia, e va a confluire nella Magnani in corrispondenza del bivio tra i segnavia 166 e 163, cioè nel punto in cui dalla Magnani si stacca il c.d. sentiero dei Banditi diretto alla Via Vandelli. Essa quindi – ed è uno dei suoi pregi – è molto lunga; è tuttora in buono stato di conservazione nel suo tratto centrale, ma alle due estremità è ormai divenuta un po’ vaga e richiede occhio esperto e attento per non perderne il tracciato; un paio di passaggi rocciosi richiedono attenzione.
Raggiunta la cava di origine (o meglio i suoi pressi), si traversa facilmente a sinistra alla vicina marmifera sottostante al Passo della Focolaccia, da cui si torna a Resceto su tracciati CAI.
N.B.: Devo a Guido Barbieri il nome di Pellerano per questa via di lizza e per la cava sovrastante, che ufficialmente risulta chiamarsi Piastramarina con numero d’ordine 195. Il nome probabilmente è quello del proprietario della cava; si può aggiungere che esistono o esistevano cave Pellerano nel versante sud del Corchia: vedi Apuane 2 it. 73, pg. 275 nota 6.
Da Resceto (500 m c. il parcheggio al sommo del paese) si segue il segnavia 166 (più su via di lizza Magnani) lasciando a destra il 35 (Via Vandelli) e poi a sinistra il 166A (più su via di lizza del Padulello). A 1070 m c. (h 1.20), dove il 166 risale una balza rocciosa e a destra si stacca il sentiero dei Banditi (163), ci si dirige invece al meglio tra i due segnavia, su terreno roccioso al di sopra del 163, fino a riconoscere tra la vegetazione ciò che resta di una via di lizza, che altro non è che la Magnani qui evitata dal 166. Poco sopra, dopo una svolta a sinistra, si lascia la prosecuzione più evidente che continua a diritto (è ancora la Magnani) per seguire a destra una rampa erbosa che sempre più chiaramente mostra i connotati di un’altra via di lizza: la Pellerano, da qui e per lungo tratto ben riconoscibile, gradevole e panoramica. Saliti a lungo in destra idrografica di un canale e superato con cautela un tratto franato (I+), più in alto lo si attraversa su placche (I) al di sotto di una caratteristica casa verde, e in ambiente aperto e larghissimo di belle placche (Placche di Pellerano) si continua a salire tra ravaneti e vecchi saggi di cava, ma ormai con qualche problema di orientamento perché il tracciato è meno riconoscibile; facendosi guidare ove possibile dalle residue opere di lizzatura (tra cui qualche foro da piro, alcuni con il piro ancora infisso), si giunge infine a un piazzale su un vecchio sterrato orizzontale in cattive condizioni (1565 m c., h 1.40/3.00), al cui capolinea destro si trova, poco lontana ma mal raggiungibile per l’ingombro di massi, detriti e manufatti abbandonati d’ogni genere, la cava Pellerano o Piastramarina. Si può anche giungere allo sterrato in altri punti senza via obbligata; oppure anche, più in basso (fin dall’attraversamento del canale), piegare a sinistra a varia quota fino a raggiungere direttamente la non lontana marmifera che scende dal Passo della Focolaccia.
Dal piazzale sullo sterrato si prosegue a sinistra fino a raggiungere la marmifera della Focolaccia; da qui in basso a Resceto con il segnavia 166 oppure 166A o anche 166A/36/170 (almeno h 2.30/5.30): vedi Apuane it. 32 e 33 e Apuane 2 it. 39 e 40.