RESCETO – VIOTTOLO DEI BRIGANTI

EE, dislivello 850 m, h 4.45. Alcuni brevi e facili tratti attrezzati.

Apuane 2 a pg. 150 dedicava un paragrafo al sent. CAI 163, che collega in quota la Via Vandelli alla via di lizza Magnani, informando che “tale storico tracciato è conosciuto a Resceto come ‘sentiero dei Banditi’ perché offriva via di fuga e ricetto ai briganti che in tempi lontani infestavano la Via Vandelli”. È stata quindi una sorpresa avere appreso di recente che un vecchio sentiero nella stessa zona, che chi scrive aveva percorso in parte alcuni anni fa, porta un nome quasi uguale, come risulta da una tabella all’inizio e da una scritta su un masso poco oltre: è il viottolo dei Briganti, che si stacca dalla Via Vandelli e sale a confluire nel più alto sent. 163. Ci si chiede se i due nomi si riferiscono distintamente ai due sentieri, o se si tratti di un solo nome, se pur declinato in due forme quasi uguali, che vale per l’insieme dei due sentieri (che sono in continuità), o anche se il nome di sentiero dei Banditi sia stato attribuito al sent. 163 erroneamente in Apuane 2. In attesa di saperne di più da qualche rescetino, si descrive intanto, a beneficio di chi ancora non lo conosce, il bel viottolo dei Briganti, sistemato egregiamente dall’associazione Resceto vive e inaugurato a giugno 2024. Il sentiero è dedicato a Marco Bonotti di Guadine, tragicamente scomparso nel febbraio 2021 sulla Via Vandelli.
La combinazione qui descritta e consigliata fa seguire alla salita del viottolo dei Briganti il percorso pressoché integrale del sentiero dei Banditi; ne risulta una gita a tema, con riferimento alle antiche storie o leggende di assalti a mano armata ai viaggiatori della Via Vandelli e di successive fughe nei luoghi più reconditi del vasto versante Sudovest della Tambura. Oggi, alla località Le Teste sulla Via Vandelli alcuni teschi finti appesi in alto alla roccia dentro una gabbia riproducono scenari del XVIII secolo, quando -si tramanda – vere teste decollate ricordavano ai grassatori che le loro fughe potevano terminare davanti al carnefice. Un’altra versione racconta invece di un assassinio commesso sulla Via Vandelli da una coppia di coniugi a danno di un’altra per il furto di un paio di ciabatte; al delitto avrebbe fatto seguito (senza che peraltro se ne capisca il motivo) la decapitazione e l’esposizione delle due teste: vedi A. C. Ambrosi, La Via Vandelli – Leggende della Strada in La Via Vandelli strada Ducale del ‘700 da Modena a Massa, a cura di M. Pellegrini e F. M. Pozzi, Artioli Editore in Modena 1989 (pg. 143).

Da Resceto (500 m c. il parcheggio al sommo del paese) si segue il segnavia 135 (ex 35) percorrendo la Via Vandelli – e oltrepassando Le Teste – fino a un tornante a destra a quota 880 m c. (h 1.00): qui una tabella segnala l’inizio del viottolo dei Briganti. Si va dunque a sinistra su un sentiero sempre evidente e regolarmente segnato di bianco-rosso che traversa salendo moderatamente; superato un masso piatto sulla destra, su cui è ripetuto il nome del tracciato e ne è dichiarata la dedica a Marco Bonotti, il viottolo presenta un tratto orizzontale un po’ esposto attrezzato con un cavo e poi raggiunge e attraversa quello che è noto localmente come canale delle Piastre di Pierino, che in basso confluisce nel canal Pianone; subito dopo, si esce da un angusto solco secondario con l’aiuto di alcuni scalini metallici infissi nella roccia. Ora il sentiero prende a salire nel bosco con più continuità, tenendosi in destra idrografica del canale delle Piastre di Pierino senza mai allontanarsene troppo; un traverso scivoloso è attrezzato con un cavo; infine, raggiunto nuovamente il canale delle Piastre di Pierino, se ne risale facilmente il letto roccioso con qualche aggiramento ai lati fino al sent. 163 (1300 m c., h 1.25/2.25). A destra, a pochi minuti si trova una ex miniera di ferro, meritevole di una digressione se non la si conosce; appena oltre la miniera il sent. 163 termina sulla Via Vandelli (1310 m c.), che offre quindi un ritorno alternativo a Resceto più breve ma meno interessante di quello proposto qui sotto.
Saliti dunque al sent. 163, lo si segue verso sinistra, traversando costole e invasi, in moderata discesa con qualche contropendenza, all’inizio senza difficoltà ma verso il termine su terreno decisamente scosceso e scabroso che richiede molta cautela; una stretta cengia è opportunamente attrezzata con un cavo. Superati gli ultimi, rocciosi canali del versante SO della Tambura, ormai fuori dal bosco si esce infine sul sent. 166 a quota 1070 m c. (h 1.10/3.35). Lungo tale sentiero, che da qui verso il basso coincide esattamente con la via di lizza Magnani o Silvia o di Fondo o di canal Pianone, si scende fino alla confluenza nella Via Vandelli e a Resceto (h 1.10/4.45).

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