APP. LUCCHESE: M. RONDINAIO DALLA VALLE BUONA

Il M. Rondinaio, alta e prestigiosa montagna dell’Appennino Tosco-Emiliano, molto frequentata dal versante emiliano a partire dal Lago Santo modenese, lo è molto meno dal versante toscano (meridionale), sul quale però mostra il suo migliore aspetto, specialmente a chi risale in auto la vecchia via ducale che sale fino a Foce a Giovo: un’imponente piramide di roccia ed erba, dirupata e assai ripida; su questo lato essa è attraversata molto in alto dal sentiero CAI di crinale (00), che lassù e poi fino alla cima fa una digressione nel versante lucchese per evitare un tratto troppo ripido dello spartiacque.
Molto al di sotto del sentiero CAI un vecchio tracciato di boscaioli e carbonai risale la Valle Buona, segmento superiore del Rio Cucèrnola (ormai diventato Lucerna sulle carte), che in basso, a Ponte a Gaio, unendosi al Rio Pelago dell’Orrido di Botri, forma il Torrente Fegana. Tale tracciato, ancora in buono stato, risale la Valle Buona senza difficoltà ma in ambiente remoto e solitario fino a confluire in alto in un sentiero CAI che sale allo spartiacque e alla cima del Rondinaio a partire da una frazione di Coreglia Antelminelli (LU) nella Valle del Serchio.
Un altro modo, se non più breve certo più diretto, di salire al Rondinaio dalla Valle Buona consiste nel percorrere il sentiero omonimo soltanto fino a incrociare la cresta Sud del Rondinaio (più precisamente Sud-Sudest), e poi seguirla fino alla cima da cui trae origine; il segmento finale della cresta è percorso dal sent. 00.
Il sentiero di “Valle Bona” è descritto da Giovanni Bortolotti, Guida dell’Alto Appennino Modenese e Lucchese, Bologna 1961, alle pgg. 274-276.
Per tutto il selvaggio tratto inferiore della cresta Sud – o di Valle Buona -, sconosciuto e bellissimo, devo notizia e impulso ad Aldo Lanini, che lo percorse con i suoi amici il 7 novembre 2020.

Sentiero di Valle Buona, Uccelliera, Salaiola e Rondinaio

La partenza è dalla loc. Ospedaletto sulla strada ducale per Foce a Giovo, al primo tornante a destra sopra il vecchio rifugio Casentini (1270 m c.; spazi per parcheggiare), dove a sinistra inizia il sentiero CAI 38: lo si segue in orizzontale per pochi minuti fino a una dorsale, appena oltre la quale un ometto segnala lo stacco di un altro sentiero che sale a destra. Si lascia dunque il segnavia CAI, che marca un lunghissimo percorso in quota fino a Prètina sopra Coreglia Antelminelli e alla Vétricia sopra Renaio (Barga), e si segue invece un chiaro tracciato nella faggeta, che sale a tornanti nel bosco con molti ometti e poi inizia a traversare verso sinistra; si superano al meglio alcuni alberi caduti e si raggiunge infine, in ambiente aperto, alpestre e bellissimo, il fondo sassoso e roccioso della Valle Buona, che in alto si attesta alle pendici meridionali del Rondinaio e della Borra al Fosso. Superato il fondovalle principale e, subito dopo, uno stretto canale affluente, il sentiero è interrotto da una frana che ha reso precario e pericoloso un passaggio di un paio di metri: ma poco prima una corda fissa consente di aggirarlo a monte. Poco dopo (h 0.50, ometto) s’incrocia un ramo basale della cresta S del Rondinaio, per la quale vedi sotto. Superato, pochi minuti dopo, un altro ramo basale della stessa cresta (anch’esso percorribile: altro ometto), si attraversa il fondo del Rio Freddo o Freddoni – affluente di Valle Buona – e se ne esce con un tratto incerto perché mascherato dalla vegetazione (ometti); dopo alcuni tratti all’aperto, si raggiunge un macereto dove il sentiero (attenzione a non perderlo) sale qualche metro prima di riprendere la traversata; poi si guadagna quota con qualche rampa nel bosco fino a un quadrivio: qui si evitano le due tracce secondarie (sbarrate da rami secchi) che proseguono nella stessa direzione, assecondando invece il sentiero principale che fa un tornante a destra; fatta l’inversione e raggiunto un pulpito su una dorsale secondaria, con un tornante a sinistra nel bosco si riprende a traversare uscendo presto all’aperto su una bella cengia erbosa ascendente, poco sotto un importante crinale: è quello che dal Rondinaio scende in versante toscano a dividere la valle della Fegana in sinistra orografica (nella quale ci troviamo) da quella dell’Ania in destra. Infine, superata un’altra dorsale secondaria, un breve tratto orizzontale nel bosco porta sul crinale suddetto a una sella detta Piaia (è anche il nome di una località e di un rio di là dal crinale; 1687 m, h 1.10/2.00), tra il M. Uccelliera a sinistra e la Cima di Salaiola a destra.
N.B. La salita per brevissima traccia all’Uccelliera (1707.9 m) è consigliabile per l’ampia vista di cui si gode dalla sua aperta cima prativa, nodo orografico tra Fegana, Ania e Segone, valle secondaria, quest’ultima, compresa tra le due diramazioni verso valle del M. Uccelliera.
La salita alla Cima di Salaiola (1756.2 m), altrettanto panoramica, è anch’essa meritevole, ma conviene effettuarla non direttamente da Sella Piaia per cresta (che è troppo infrascata), ma con breve digressione dal sent. 18 (vedi sotto).

Di là da Sella Piaia si traversa in quota a destra fino a confluire nel vicinissimo sent. CAI 18 che sale da Pretina, e su di esso si va al Passetto (1902 m) sul crinale spartiacque tra Altaretto e Rondinaio e infine a destra al Rondinaio (1963 m, h 0.45/2.45). In alternativa, prima che il sent. 18 pieghi a sinistra verso il Passetto, si può salire verso destra su tracce a un ripiano caratteristico (1830 m c., ben riconoscibile da lontano) della cresta S del Rondinaio, dove si raggiunge il sent. CAI 00 che da lì prosegue fino alla cima lungo la cresta medesima.

Cresta Sud o di Valle Buona al Rondinaio

Dal sentiero di Valle Buona, poco oltre avere oltrepassato il fondovalle principale e subito dopo un affluente, a un ometto (h 0.50) s’inizia a risalire una larga dorsale (è il ramo basale ESE della cresta S del Rondinaio), dapprima ripidamente ma abbastanza agevolmente nel bosco non troppo intricato, e poi all’aperto su erba fino a un alto torrione roccioso non affrontabile direttamente. Si traversa quindi su erbe ripide a sinistra fino a raggiungere il filo di un altro ramo basale della medesima cresta, orientato a SE, che si segue brevemente fino al nodo orografico a cui fanno capo ambedue. Si prosegue ora sul largo filo in ambiente spettacolare, a sinistra di un profondo canalone; un ripidissimo e aereo tratto erboso non oppone, a dispetto delle apparenze, nessuna difficoltà; la cresta continua a salire tra erba, cespugli e roccette, ripida ma sempre facile, fino a un ripiano caratteristico (1830 m c., vedi it. precedente), contraddistinto da un ampio e liscio lastrone inclinato, dove s’incrocia il sent. CAI 00 che proviene da destra (h 1.35/2.25). Da qui su tale sentiero, che prosegue all’incirca sul filo della cresta, fino alla cima (1963 m, h 0.20/2.45).

Discesa

Dal Rondinaio in qualsiasi modo raggiunto si ritorna all’Ospedaletto per sentieri CAI.
Fino a Foce a Giovo (1664 m): 1) dalla Finestra del Rondinaio e il Lago Torbido; oppure 2) seguendo integralmente il sentiero CAI 00 fino alla Foce. Ma in quest’ultimo caso chi avesse voglia di una variante più rara e impegnativa può lasciare il sent. CAI alla sella 1802.8 m sul crinale spartiacque per continuare a destra sul crinale verso i c.d. Quattro Frati – attenzione: tratti attrezzati e non che richiedono cautela -, Borra al Fosso (1802.9 m) e Foce a Giovo.
Da Foce a Giovo, infine, si torna al punto di partenza con il sent. CAI 16 passando dal nuovo rifugio Casentini al Mercatello.

Per ambedue gli itinerari: EE (ma l’itinerario di cresta è un po’ più impegnativo per la ripidezza del terreno e l’assenza di tracce); dislivello 700 m; h 2.45 fino al Rondinaio, a cui bisogna aggiungere h 2.15/2.45 fino al punto di partenza a seconda dell’itinerario di discesa per un totale di h 5.00/5.30.

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